Lazio, Tudor: «Siamo sulla strada giusta. Con la Juventus servirà la partita perfetta, ma siamo motivati»

Le parole di Igor Tudor nella presentazione della sfida di domani con la Juventus

Lazio, Tudor: «Siamo sulla strada giusta. Con la Juventus servirà la partita perfetta, ma siamo motivati»
di Valerio Marcangeli
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Lunedì 22 Aprile 2024, 16:04

In attesa della rifinitura in vista del match contro la Juventus in cui la Lazio si giocherà l'eventuale accesso alla finale di Coppa Italia, Igor Tudor è tornato a parlare in conferenza stampa a Formello. Ecco come il tecnico biancoceleste ha presentato la partita di domani alle 21.

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Cosa chiede alla squadra e ai tifosi per centrare l’impresa?
«Sarà una gara importante perché ci giocheremo l’accesso a una finale contro una squadra forte e con un risultato complicato da recuperare, ma proveremo a passare fino alla fine con tutte le forze.

Dovremo crederci e fare una gara perfetta. È un nostro obiettivo e vedremo cosa succederà».

Quanto manca per vedere la vera Lazio di Tudor?
«Per ribaltare il risultato bisogna fare veramente tutte le cose per bene. Poi delle percentuali su quanto manca per arrivare al mio credo è sempre difficile dirlo, ma penso che abbiamo fatto tante belle partite da quando sono arrivato qui e ho imposto un calcio diverso. Io non mi accontento mai però, cerco sempre di crescere. A tal proposito, a volte si fa un passo indietro per farne poi due avanti, ma sono contento del percorso che siamo facendo e vedo anche piacere nei ragazzi nell’abituarsi a questo nuovo calcio. Diciamo che siamo sulla strada giusta».

Che servirà domani?
«Abbiamo fatto due partite contro loro, è vero, ma ognuna vale per sé. Cambia sempre tutto di gara in gara, anche se la base è la stessa. Sicuramente sarà difficile, ma il bello del calcio è questo. Dovremo crederci e giocarci tutte le nostre carte. Spero che sia una partita lunga, i ragazzi li ho visti molto motivati. Loro vi assicuro che ci credono e oggi nella rifinitura sceglieremo chi parte dall’inizio».

Ripartirà da Castellanos? E come sta Guendouzi?
«Matteo ha fatto due buoni allenamenti, Ciro uno, ma entrambi saranno convocati. Taty gli ho parlato ieri, abbiamo fatto una bella chiacchierata per capirci meglio. Lui ci tiene tanto, a volte anche troppo. Ha delle doti molto interessanti non espresse al massimo e rendendosene conto gli pesa. Io cerco di tirare fuori il massimo da tutti i giocatori. Per me con la Salernitana ha fatto un’ottima gara. Io dico sempre di non pensare al gol, ma al massimo a come arrivarci a farlo».

Su Felipe Anderson e Luis Alberto…
«Felipe? L’unica differenza è che prima attaccava sulla fascia mentre ora è un po’ più avanzato. Luis Alberto? Ha giocato quasi sempre».

Servirà più carattere per l’impresa? E poi sulle parole di Lotito e Lazzari...
«Manuel è in dubbio, il polpaccio gli dà fastidio. Il presidente? Le belle parole fanno piacere a tutti gli allenatori. Il nostro lavoro si basa su tante cose, non solo il carattere: c’è la tattica, lo stile, la mentalità. Servono analisi profonde. Io nella carriera ho visto dare tante etichette, ma in realtà bisogna valutare più attentamente il lavoro dei tecnici. Domani servirà carattere, sì, ma pure qualità di gioco, struttura, fluidità, possesso, aggressività e compattezza. Tutto ciò da tenere per 90 minuti e oltre qualora servirà. Poi è ovvio che il carattere aiuta, ma non è tutto».

Sulla difesa.
«Abbiamo analizzato molto la difesa. Abbiamo lavorato parecchio sull’andare sul duello uno contro uno anziché a zona come succedeva prima. Bisogna procedere per gradi, per questo dico sempre che c’è da lavorare tanto. Se ci si concentra solo su un aspetto poi se ne perde un altro. Per esempio dobbiamo fare meglio quando ci mettiamo bassi e la Juventus in questo è a un livello superiore».

I giocatori cercano troppo gli assist?
«Dipende anche dalla tipologia del giocatore. Qui si lavora per andare in tanti dentro l’area avversaria a tirare e su come bisogna essere posizionati sul cross. Con la Salernitana per esempio ho visto cose interessanti a tal proposito, potevamo segnare più di 4 gol, mentre col Genoa sapevamo che sarebbe stato più complicato».

Su Isaksen.
«Le caratteristiche dei singoli sono importanti quando si fanno le rose. A inizio stagione noi allenatori valutiamo i giocatori anche in base ai gol segnati. Isaksen mi piace, è un ragazzo perbene, ha delle doti. Ora sta giocando un po’ meno perché altri hanno fatto meglio, ma aspettando il suo momento. Deve crescere dal punto di vista della mentalità e della fisicità, ma è molto attento quando spiego le cose e questa cosa mi piace. Poi sono sempre i giocatori a decidere, di certo gli allenatori non fanno giocare chi è più scarso».

Cosa avete imparato dalle ultime due gare con la Juventus?
«Due o tre cose in cui dobbiamo fare meglio le abbiamo trovate, ma non posso commentarle qui. È una questione interna».

Come si prepara sul singolo una partita del genere?
«Penso che i giocatori la preparano per la maggior parte da soli. L’allenatore ti dà la motivazione, ma se in principio non la trovi da te allora c’è poco da fare. Anzi, queste partite sono più semplici per noi da preparare».

Su Kamada.
«Ne ho parlato tanto di lui. A volte ci si trova meglio con un tecnico che con altri, è successo anche a me, sono cose di calcio. È un ragazzo con doti di alto livello».

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