Rugby, Sei Nazioni: Parisse e Sarto recuperati, il regista Allan a riposo

Rugby, Sei Nazioni: Parisse e Sarto recuperati, il regista Allan a riposo
di Christian Marchetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Marzo 2015, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 01:01

Sulle ali dell'entusiasmo, persino i fastidi fisici svaniscono in un batter di ciglia. Sergio Parisse e Leonardo Sarto sono tornati al 100%, disponibili nel gruppo di Jacques Brunel, recuperati dagli infortuni da cui erano afflitti. Risentimento al polpaccio destro per il capitano, lesione al sinistro per l'ala delle Zebre. Buone notizie, insomma, dal raduno capitolino dell'Italrugby al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” all'Acqua Acetosa, in vista del match che domenica (ore 16, diretta tv Dmax) metterà di fronte gli azzurri alla Francia nella quarta giornata del Sei Nazioni 2015.
Lavoro a parte, però, per i flanker Favaro (distorsione al ginocchio riportata nella partita contro la Scozia) e Minto (affaticamento muscolare). Riposo precauzionale per l'apertura Tommaso Allan (distorsione alla caviglia), mentre Giulio Bisegni ha riportato una distorsione al ginocchio nel corso dell'allenamento odierno.

MASI E IL VIZIO DI VINCERE – Recuperato al 100% Andrea Masi, sebbene la ferita da film splatter appena sotto la tibia destra non sia ancora totalmente cicatrizzata. Punti interni, punti esterni («Quanti? Francamente non saprei») e un intervento di chirurgia plastica per richiudere il profondo taglio procuratogli dal compagno di squadra nei London Wasps James Downey. Incidente fortuito che ha però costretto il 33enne aquilano ad assistere a Scozia-Italia in un pub di Londra, assieme all'ex mediano di mischia azzurro Tito Tebaldi.
Italia-Francia è un match simbolo per Andrea Masi. Giocò quella partita nel 2011 al Flaminio, segnando una meta fondamentale; e la giocò anche nel 2013 all'Olimpico. Protagonista in entrambe le vittorie azzurre sui Bleus al Sei Nazioni.

«No, Italia-Francia non sarà mai un match come gli altri. Siamo troppo simili ed è per questo che parliamo di un derby. Noi li abbiamo sempre rispettati e negli ultimi tempi abbiamo a nostra volta guadagnato il loro rispetto, visto che prima non so quanto ne avessimo da parte loro».
Il successo 22-21 del 2011, soprattutto, resta uno spartiacque: «Da lì è nata la consapevolezza che anche noi siamo capaci di poter battere una grande. Siamo ancora più spregiudicati, aggrediamo di più».
Francia in difficoltà, Francia in crisi, Francia sotto pressione dalla solita esigentissima stampa d'Oltralpe. Masi non è tipo da vendere la pelle dell'orso prima del tempo... «Li conosco bene, ho giocato lì (a Biarritz dal 2006 al 2009 e nel Racing Parigi dal 2009 al 2011, ndr). Nei momenti di difficoltà, i Galletti hanno sempre reagito in maniera netta, decisiva. A Roma vorranno dimostrare che non meritano quelle polemiche. Hanno subito tre infortuni importanti, ma hanno un bacino profondissimo da cui attingere».

MORISI E IL LAVORO DURO – Tra gli eroi di Murrayfield c'è anche Luca Morisi, centro come Andrea Masi. E come Enrico Bacchin, assieme al quale il 24enne milanese ha composto una gran cerniera. «Enrico ha esordito alla grande, è già un leader. Spero di avere altre opportunità di giocare con lui in azzurro». All'incontro con la stampa, Luca si presenta con una margherita colta nel prato interno della struttura. Ma non per via di un approccio più rilassato all'impegno agonistico, anzi. “Per quanto possa essere bella una vittoria, nulla ti rimane dentro come una sconfitta”: la frase non è sua bensì di Andre Agassi, contenuta nell'oramai celeberrima biografia “Open – La mia storia”. «Mi ha colpito molto – ammette il giocatore – Difatti più che la vittoria sulla Scozia mi sono rimasti impressi gli errori che ho commesso con l'Inghilterra».
E, comunque, Luca a Edimburgo è come se avesse vissuto un déjà vu: «Nel 2011, con l'Under 20 battemmo gli scozzesi a Stirling. Quel giorno, oltre al sottoscritto (schierato apertura, ndr), tra i titolari c'erano Michele Visentin, Guglielmo Palazzani e Marco Fuser, oggi tutti nel gruppo della Nazionale Maggiore».
Un gruppo nel vero senso della parola. «Qui è tutto molto tranquillo, sono tutti disponibili. Non ci sono primedonne e una parola si può dire a tutti. Se si esce dai binari ci pensa Sergio a rimetterci in riga. L'ambiente migliore per lavorare».
In pratica l'antitesi di quanto accade in casa Francia. Ma vatti a fidare.