Di Felice trionfa nella Indian Pacific Wheel Ride, alle sue spalle Vieten e Patch

L'ultracyclist romano è riuscito a tagliare il traguardo per primo. Grande difficoltà per la morte prematura di Barker

Di Felkice trionfa nella Indian Pacific Wheel Ride, alle sue spalle Vieten e Patch
di Carlo Gugliotta
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Lunedì 8 Aprile 2024, 16:57

Ci sono voluti 19 giorni per percorrere i 5500 chilometri e oltre 30.000 metri di dislivello della Indian Pacific Wheel Ride, ma Omar Di Felice ce l'ha fatta. L'ultracycler romano è riuscito ad imporsi al termine di una gara molto difficile, contrassegnata da un incidente mortale che ha avuto anche un effetto negativo su tutti i partecipanti, compreso Di Felice. La gara è stata infatti segnata da un tragico incidente in cui ha perso la vita l'atleta australiano Chris Barker, veterano della gara, che è stato investito durante l'attraversamento del Nullarbor. L'incidente ha sconvolto gli atleti, contribuendo alla sosta di oltre 60 ore che ha visto Omar fermarsi per più di due giorni in un piccolo Motel a Minnipa.

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Dopo quell'incidente, Di Felice aveva perso terreno, ma per lui l'importante era finire la gara. Con il passare delle ore e dei giorni, pian piano, è ritornato anche il giusto colpo di pedale, che gli ha permesso di rimontare dalla quarta alla prima posizione: «Quando ho ricevuto la notizia dell'incidente di Chris il primo istinto è stato quello di fermarmi. Ero sconvolto per l'ennesimo incidente mortale ai danni di un ciclista. Contestualmente stavo affrontando anche un infortunio alla caviglia sinistra, una borsite con conseguente versamento alla caviglia, che ha minato fisico e mente. Solo dopo due giorni chiuso in un letto di un piccolo motel nel cuore del deserto, ho trovato la forza e la motivazione per riprendere la gara anche e soprattutto per onorare la memoria di Chris», ha spiegato l'ultracycler romano. Le ultime 24 ore, caratterizzate da forti nubifragi e allerta meteo su tutta l'area di Sydney, sono state per Omar una lunga passerella fino all'arrivo vittorioso all'ombra dell'Opera House. Sul podio finale sono saliti anche Hans-Udo Vieten (Germania) e Luke Patch (Australia).

«Mi sono presentato al via della gara in maniera un pò inaspettata e senza aver completato un ciclo di preparazione completo: dopo l'avventura in Antartide, è stato un rientro alle gare abbastanza inedito. Attraversare l'Australia è stato un lungo viaggio introspettivo che mi ha messo alla prova, soprattutto alla luce dell'incidente di Chris che doppia la tragica scomparsa di Mike Hall, che proprio qui aveva perso la vita durante la medesima competizione nel 2017. Centrare l'accoppiata con la Trans America, per di più al primo tentativo, è stato un motivo di orgoglio immenso: ora un pò di riposo di cui ho veramente bisogno, prima di affrontare la seconda parte della stagione», ha spiegato Di Felice, il quale, al rientro in Italia, riprenderà il progetto «Bike to 1.5°C» con la serie di incontri di divulgazione nelle scuole e alcune serate ed eventi nei quali l'ultracycler racconterà le recenti esperienze in Antartide e Australia.

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