Superbo, seduto sopra la balaustra, guarda la Roma dall'alto. «Lazio is on fire», scrive Zaccagni, ancora caldissimo a due giorni dal trionfo, con la più sentita foto-ricordo in Curva Nord. Mattia nuovo uomo-derby, arciere di un popolo, ma ora con 9 gol (più 7 assist) anche capocannoniere insieme a Immobile - della Lazio. Che numeri per questo funambolo: nessun italiano ha segnato di più in questo campionato, nei primi 5 miglior tornei d'Europa solo Grifo ha fatto meglio. Adesso è il ct Mancini a chiedergli perdono: «Nessuna preclusione per il futuro. Se continua così, lo convocherò». Intanto, è fuori dalle sfide di domani e domenica contro Inghilterra e Malta, gare valide per le qualificazioni al prossimo Europeo: «Meglio, ha bisogno di riposo», la replica di Sarri, che oggi potrà già goderselo al raduno a Formello. L'ex esterno del Verona era stato spremuto parecchio, anche per questo non riusciva a segnare da quasi due mesi, non si sbloccava sotto porta dal 24 gennaio. Digiuno interrotto con lucidità all'angolino nell'appuntamento migliore per finire con lo stomaco pieno: «Negli anni si accorgerà di cosa ha fatto», assicura l'ex bomber Giordano.
RINNOVO
Sarà un centro eterno, dedicato alla festa del papà Fabio, che già al Bentegodi aveva scacciato le sirene da 40 milioni del Psg per giugno.
FRIZIONI
«Alla Lazio sto bene, questo lo sanno tutti ha spiegato Sarri e ho un contratto che non va rinnovato. Con il presidente ho un bel rapporto». Ma da Lotito vuole avere adesso più chiarezza sul progetto futuro, quello alla Ferguson promesso. Sabato il patron ha preso da parte Maurizio e poi ha parlato con Tare per evitare nuove tensioni, ma questa convivenza per il tecnico non può andare oltre giugno. Alla vigilia del derby c'era anche una delegazione della Nord ai cancelli di Formello, che ieri ha diramato questo comunicato: «Tutti uniti fino alla fine, senza scuse o alibi. Che nessuno pensi di usare la Curva Nord a proprio favore per interesse. Società, allenatore e calciatori remino tutti dalla stessa parte. Ora basta nascondersi: la Champions League è alla nostra portata. Non ci siamo mai identificati in giocatori, allenatori, presidenti, ma sempre e solo davanti al nostro simbolo: la maglia e l'aquila sul petto». Guai a mettere gli ultras biancocelesti in mezzo: «Per questo motivo per noi non c'è spazio per lotte interne, dinamiche che non ci interessano. Ognuno faccia la sua parte, senza pensare ai propri interessi e dia il massimo per la Lazio. Tireremo le somme a giugno». Per ora solo Zaccagni sopra la balaustra fa 1-0.
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