Spal, ultrà scatenati: testa di maiale mozzata davanti al centro sportivo

Spal, ultrà scatenati: testa di maiale mozzata davanti al centro sportivo
di Vanni Zagnoli
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Giovedì 30 Luglio 2020, 22:55 - Ultimo aggiornamento: 23:45
Al centro sportivo della Spal, in via Copparo, compare la scritta “Via i porci da Ferrara”, sopra c’è una testa di maiale mozzata. La squadra marchiata Vetroresina è retrocessa per prima, dopo le due promozioni di fila e le salvezze con recuperi prodigiosi, partendo da situazioni non tanto peggiori di questa stagione, e allora qualche ultrà ha voluto esagerare. Il parziale di 2 gol segnati e 24 subiti è umiliante, non cancella però il super lustro della Spal, considerata anche la salvezza in C, con Leonardo Semplici.

Nelle terre di mafia, la testa di maiale da decenni è usata come messaggio di avvertimento, tipica epistola mafiosa, recapitata vicino alle case o alle attività di chi non sta alle regole o è inviso a un sistema di potere consolidato.

Anni fa arrivò a Lillo Foti, presidente della Reggina, per questioni però extra calcio. Un’altra testa di suino, con parrucca e occhiali, venne lasciata sul terreno dello stadio Massimino con una scritta offensiva indirizzata all’ad del Catania Pietro Lo Monaco, nel dicembre 2018, quando iniziava la crisi di Pulvirenti, culminata nel recente fallimento. 

Nella strada verso Copparo ci sono gli uffici della società, l’hanno trovata gli addetti, facendo avviare l’indagine della polizia, con trasmissione degli atti in procura. Non è riconducibile a gruppi di tifosi organizzati, alla caldissima curva ovest, probabilmente a “cani sciolti”. 

La Spal non commenta, lo fa invece la presidentessa del centro coordinamento club, Valentina Ferozzi: “Le proteste sono lecite, ma c’è modo e modo. Non so chi sia stato, è di cattivo gusto e non fa onore alla nostra tifoseria, che merita di meglio per come si è sempre comportata”.

Gli ultras avevano affrontato i biancazzurri alla vigilia della seconda trasferta a Genova, persa 2-0 contro i rossoblù. Dalla ripresa del campionato, la Spal ha solo fermato il Milan sul 2-2, meritando peraltro di vincere, e ripreso nel finale il Torino sull’1-1. 

Il presidente Walter Mattioli e il patron Francesco Colombarini hanno già programmato la serie B, incontrando gli sponsor e stabilendo il budget. Con il paracadute, potranno affrontare, con il ds Giorgio Zamuner, un mercato da prima della classe. Di fronte ai partner commerciali, il figlio Simone Colombarini accettava le critiche ma non le accuse di avere speso poco: “Ventuno milioni era il montestipendi il primo anno, 33 in questa stagione. Avremo sbagliato certi ingaggi, ma non siamo risparmiosi”.

Il sogno, dichiarato un anno e mezzo fa, era di vedere la Spal in lotta per l’Europa, si ripartirà dalla serie B, magari con Eugenio Corini, dal momento che Beppe Iachini è rimasto alla Fiorentina, oppure con Pasquale Marino, che fa giocare benissimo, ma anche all’Empoli, in B, tradisce problemi difensivi. Di certo non può restare Gigi Di Biagio, al debutto con un club inanella prestazioni zeppe di errori: “Quando i ragazzi riguardano le partite - spiegava -, si chiedono come possano avvenire certe distrazioni”.

Anche la tranquilla Emilia, comunque, sa essere impietosa nei confronti delle squadre in difficoltà. Nell’unica salvezza del Cesena in serie A di questo millennio, a metà stagione, con Ficcadenti, vennero intimorite commesse degli store societari. 

A Modena, nel 2008, spuntarono le croci al campo di allenamento dello Zelocchi, comunque i canarini si sarebbero salvati, in serie B. In precedenza comparvero ad Avellino. A Reggio, vennero seminati chiodi allo stadio Mirabello, ma per attaccare la Mapei che aveva comprato quell’impianto e il Città del Tricolore e pure la squadra femminile della Reggiana, che giocava lì. Adesso la testa mozzata a Ferrara.

Al Mazza, la Spal ha battuto solo la Lazio e il Parma, all’andata, il Lecce in coppa Italia, eppure era stata capace di vincere a Torino, avvicinando Mazzarri all’uscita consensuale, e a Bergamo. E’ stata l’ultima squadra a battere l’Atalanta, nei quarti di Champions. Anche solo per questo la rosa non verrà completamente rifatta.
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