Dopo Palermo e Genoa, l'Alessandria si prende anche lo scalpo dello Spezia e, dopo un'incredibile rimonta, vola in semifinale dove tra otto giorni affronterà il Milan. E' una doppietta di Bocalon, ventiseienne trevigiano entrato al 70' al posto di Loviso, a coronare il grande sogno della società piemontese, già finalista in Coppa Italia ottant'anni fa contro il Torino. Dopo 32 stagioni, nel 1984 l'impresa fu realizzata, una squadra di serie C (oggi Lega Pro) approda al penultimo atto di questa competizione. Merito del coraggio della squadra di Gregucci, ma anche demerito di uno Spezia incapace di lottare con la giusta determinazione dopo esser passato in vantaggio.
Di Carlo ha problemi di formazione: per il suo 4-4-2 gli mancano ben 5 giocatori. L'unica sorpresa rispetto alla vigilia è la preferenza accordata a Nené, anziché a Catellani, in attacco. Al fianco del brasiliano, Calaiò e la sua esperienza è sicuramente merce preziosa da offrire alla storia in una serata speciale. Gregucci punta sul tridente Marras-Marconi-Fischnaller. Celjak vince il ballottaggio con Vitofrancesco e per la cabina di regia viene scelto Loviso.
L'emozione e la tensione, sotto gli occhi di più di diecimila tifosi, sono le protagoniste assolute del primo quarto d'ora. Ci sono pochissimi spazi e anche se sono i padroni di casa a tesser le fila l'unica occasione degna di nota è una bordata del difensore Valentini neutralizzata da Vannucchi con qualche patema. Alessandria si affida ai lanci lunghi, soprattutto alla ricerca della boa Marconi, senza però una precisa strategia. La svolta di un match giocato in maniera timorosa da entrambe le squadre arriva al 19': in area Celiak strappa la maglietta a Valentini, Tagliavento vede bene e sanziona. Calaiò si conferma perfetto arciere e il suo tiro, ben angolato, è imprendibile per Vannucchi. Il gol dell'1-0 toglie la paura agli uomini di Gregucci.
Via le maschere, Spezia e Alessandria non possono più nascondersi dietro le prudenze iniziali. Ai grigi il compito della prima mossa, ai bianconeri la responsabilità comunque pesante di gestire il vantaggio senza farsi distrarre da una folla entusiasta. Al 25' il tiro di Fischnaller è troppo potente per Chichizola, comunque bravo a evitare il tap-in di Marconi. E' l'occasione più nitida nell'arco di 25 minuti di tanto fraseggio ma poca concretezza.
E' anzi Calaiò, a tu per tu con Vannucchi, a divorarsi il raddoppio in maniera incredibile. Dall'altra parte Marconi si muove molto, ma Valentini e Terzi non lo perdon mai di vista. Il secondo rischio più grande se lo autoprocura il portiere argentino dopo un dribbling mal riuscito nei confronti di Branca.
Nella ripresa salgono nettamente di tono gli ospiti. Al 2' un tiro-cross di Marras e al 3' un siluro di Fischnaller obbligano Chichizola a distendersi per non capitolare. Al 23' e al 24' ancora l'esterno d'attacco e l'ariete Marconi, di testa, chiamano l'ex River Plate a due interventi spettacolari. In mezzo, di rimessa, la grande chance di Calaiò che, davanti a Vannucchi, spreca ancora malamente.
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