La serie A gioca in contropiede e indica la data: 13 giugno. Decisivo l'incontro Conte-Gravina

La serie A gioca in contropiede e indica la data: 13 giugno. Decisivo l'incontro Conte-Gravina
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 14 Maggio 2020, 07:30
Lunedì riprendono gli allenamenti di gruppo. Anche se, come si legge nel protocollo che la Figc ha aggiornato con le indicazioni del Cts, la data è indicativa (qualche squadra potrebbe non essere pronta). La serie A però non si accontenta e guarda già oltre. Vuole giocare il campionato. Fondamentale per la sopravvivenza del movimento. E così va in contropiede sul governo. L’Assemblea ieri ha votato a larga maggioranza per il 13 giugno come giorno per la ripresa del campionato. Torino, Napoli, Sampdoria, Udinese e Sassuolo hanno indicato il 20. In assenza di una mossa concreta di Palazzo Chigi, il ministro Spadafora continua a rinviare la palla a centrocampo (l’ha fatto anche ieri), i presidenti hanno preso in mano la situazione. Ora l’ultima parola spetta al premier Conte. Entro il 20 maggio (giorno in cui verrà convocato il Consiglio Federale) il numero uno della Figc, Gravina vedrà il presidente del Consiglio. Qui si capirà se la volontà di riprendere è un bluff oppure no. 

CONFLITTI
Due sono i timori dei presidenti di serie A. Il primo è che questo continuo posticipare non sia altro che un modo per strangolare ogni ambizione. Tra l’altro non aiuta il Decretoe economico che sembra, con i ricorsi abbreviati e il fondo per lo sport, mettere al riparo la figura di Gravina. L’altro è di natura economica. Allenamenti di gruppo e campionato non sono direttamente consequenziali. Ma convocare i calciatori ufficialmente fa ripartire il meccanismo stipendiale. Sarebbe una doppia beffa pagare e non giocare. All’interno del governo i conflitti sono aperti ormai da giorni. Cresce il movimento dei contrari alla linea di Spadafora. Ieri l’ex sottosegretario Cinquestelle, Valente ha ribadito: «Se al primo contagio - cosa che plausibilmente accadrà - si deve bloccare tutta la squadra, è evidente che a queste condizioni il campionato di calcio non ripartirà». I nodi restano due: la quarantena obbligatoria e la responsabilità civile e penale dei medici. «Bisogna riaprire il campionato, lo chiedono tutti gli italiani. Abbiamo riaperto o stiamo riaprendo tutto, lo possiamo fare in sicurezza» ha detto in aula la senatrice Daniela Sbrollini, di Italia viva. Spadafora resta fermo sulle sue posizioni ribadite con fermezza ieri alle Camere: «Se il campionato riprenderà come tutti auspichiamo sarà grazie al fatto che ci saremmo arrivati mettendo tutto e tutti in sicurezza e non con la fretta irresponsabile o strumentale di chicchessia». La partita è ancora apertissima. E lo stesso ministro dello sport ha poi dato il via libera alle sedute di gruppo subito dopo aver ricevuto le 15 nuove pagine dalla Federcalcio. 
 
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