Non sarà Lotito ad andare alla montagna, un numero uno non si sposta. E’ a Formello da stamattina, insieme al segretario Calveri, in attesa che Sarri nel tardo pomeriggio sbarchi a Roma. E sale ancora di più fra i laziali l’ansia per l’incontro decisivo di stasera. Si sono già diffusi rumors di un faccia a faccia smentito a pranzo a tavola: non è avvenuto ancora, ma avverrà. Location segreta, né Formello né Villa San Sebastiano, potrebbe essere un albergo o degli uffici per mantenere la massima riservatezza. A
lla prima parte del colloquio ci sarà di nuovo soltanto Tare, che spinge da giorni sul presidente per questa soluzione tecnica.
Dubbi
Al telefono ancora mette in dubbio la sua presenza, deve controllare l’agenda. Al momento è titubante e non dà certezza alcuna, nemmeno sulla scelta. Sarri comporterebbe una clamoroso esborso economico (2,8 a stagione con bonus a salire sino a 4 milioni) per tre anni, ma anche un importante rivoluzione della squadra. Lo stesso patròn manda a dire in giro che Maurizio vuole almeno sei rinforzi per sedersi in panchina e condividere il progetto per la prossima annata. Può ancora succedere tutto, con Vitor Pereira (sopratutto) e Villas Boas in seconda battuta, che aspettano una fumata nera.
Lotito assicura che prenderà comunque un allenatore titolato, aver vinto nel curriculum è l’unica cosa che conta. Eppure se non dovesse arrivare Sarri, si rischierebbe di ripetere l’estate del 2016 con Bielsa. I laziali lo attendono al varco con la sua scelta: stavolta non c’è un Inzaghi da far risalire dalla Primavera, al massimo Rocchi dagli Allievi con un’esperienza addirittura più ridotta. E nemmeno gli ex Liverani e Nesta potrebbero addolcire l’amaro in bocca. Sarri sembra l’unica strada.
Pereira, quel vice di Villas Boas che studia Sacchi e legge Coelho e Pessoa