Roma, da Olsen a Pau Lopez: porta a scrigno. Gioca la "riserva" Mirante

Roma, da Olsen a Pau Lopez: porta a scrigno. Gioca la "riserva" Mirante
di Alessandro Angeloni
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Domenica 11 Ottobre 2020, 07:30

Alisson era uno dei migliori portieri del calcio italiano, oggi lo è di quello inglese. Di scuro, in assoluto, è tra i primi tre del mondo, se non il primo. Fenomeno era e fenomeno è rimasto, grossi dubbi non ce n’erano. La Roma lo ha venduto al Liverpool (75 milioni) per mettere a posto i bilanci, per fare la solita plusvalenza: senza stare troppo a soffermarci sulle convenienza economica, possiamo dire con certezza che il danno tecnico è stato enorme. Dopo di lui il buio e ancora a oggi si vede poca luce. L’anno che la Roma ha ceduto il numero uno brasiliano, sono stati acquistati due portieri: Olsen e Mirante. Con una doppia etichetta appiccicata addosso: sullo svedese “primo” sul portiere campano “secondo”. 
LE SCELTE
Secondo anche per via dell’età: Antonio è un classe ‘83. Per Olsen la Roma ha versato al Copenhagen 8,5 milioni (più bonus), Mirante 4 (dal Bologna). L’anno successivo, arriva Pau Lopez, considerato un fenomeno emergente in Spagna e Mirante è rimasto sempre come secondo. Monchi aveva sbagliato valutazione su Olsen, quindi Petrachi è corso ai ripari, spendendo per il ventiseienne numero uno spagnolo 23.5 milioni, più la metà della rivendita di Sanabria. In tutto, quindi, circa 30 milioni. Investimento sicuro? Macché. Un anno difficile, al pari di Olsen, tutti ricordano la tremenda indecisione nel derby di ritorno, dalla quale è scaturito il pari di Acerbi. Pau Lopez è stato protagonista pure di qualche buona partita, ma alla fine, Fonseca non era soddisfatto. Olsen fu messo fuori da Ranieri (che aveva sostituito Di Francesco, facendo giocare a Mirante le ultime nove partite), Pau Lopez ha perso la nazionale e il posto nella Roma. Ed in entrambe le occasioni, ecco Mirante in soccorso, il portiere “esperto”, buono per tutte le stagioni. Antonio è rimasto nella capitale, dopo un’estate in cui ha rischiato di essere ceduto. Ha avuto un po’ di problemi fisici sia recenti che passati, ad agosto è stato colpito - se pur in forma leggera - dal Covid. Ma Fonseca non lo ha abbandonato e non ha fatto nulla per recuperare Pau Lopez, decidendo di affidarsi a Mirante per questo inizio del campionato (Fuzato non è mai stato preso seriamente in considerazione, ma in società credono molto in questo ragazzo brasiliano e in estate è stato mandato a giocare al Gil Vicente, in Portogallo). Olsen nel frattempo era tornato, è andato pure in panchina a Udine e solo all’ultimo giorno di mercato ha trovato sistemazione, è stato ceduto a titolo temporaneo all’Everton, così come nella passata stagione era stato spinto verso Cagliari. In queste settimane Fonseca ha potuto valutare sia Mirante sia Pau Lopez, che è rimasto per provare a giocarsi il posto. A riprenderselo. 
I DUBBI
L’allenatore della Roma gli ha preferito Antonio per la sua capacità di guidare la difesa: titolare contro Verona, Juventus e Udinese.

Il paradosso è completo: dopo investimenti, al momento sbagliati, il titolare è diventato la riserva. Nonostante l’età, nonostante gli acciacchi del passato (polpaccio, menisco, appunto, Covid). La sosta servirà al tecnico per approfondire il caso: da una parte c’è l’affidabilità, dall’altra un investimento da non buttare. 

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