Roma, Mourinho diventa educatore: giovani bacchettati e puniti. Così crescerà una generazione di talenti

José Mourinho (59), allenatore della Roma
di Gianluca Lengua
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Mercoledì 2 Marzo 2022, 13:53

Chissà se José Mourinho, dopo 25 trofei vinti e 40 anni di carriera, si aspettava di arrivare alla Roma e ricoprire anche il ruolo di educatore. L’ultimo ad assaggiare le conseguenze di un comportamento non consono è stato Afena-Gyan, pizzicato in discoteca la scorsa settimana e rispedito immediatamente in Primavera con i suoi pari età. Una punizione e un monito per dimostrare ai “bambini” che la vita dissoluta e superficiale non è accettata dallo Special One. Soprattutto nelle condizioni in cui versa la Roma, sesta in classifica, fuori dalla Coppa Italia e con una serie di prestazioni insufficienti e risultati negativi. Nel mirino di José sono finiti anche Zaniolo ed El Shaarawy, pure loro filmati in un locale poche ore dopo la partita pareggiata all’Olimpico contro il Verona. Le conseguenze? Nicolò è rimasto in panchina 45 minuti contro lo Spezia e il Faraone è subentrato al 68’. Insomma, José si è reso conto che la città di Roma offre decine di tentazioni a cui i giovani rischiano di cadere facilmente. Solo il pugno duro e deroghe zero possono far crescere una generazione di calciatori con la schiena dritta. Nel mirino del tecnico sono finiti soprattutto i giovanissimi under 22, nessuna conseguenza, infatti, c’è stata per la festa di compleanno di Rui Patricio presso la sua villa al Torrino. In quell’occasione gran parte della squadra si è riunita con le rispettive mogli e compagne per festeggiare i 40 anni del portiere in una festa in maschera: dal Oliveira a Pellegrini, passando per Cristante, Mancini, Kumbulla, Fuzato e Ibanez. Tutti vestiti con abiti anni ’80 e documentato sulle Instagram stories delle compagne. Nessuna conseguenza per loro, evidentemente perché la strada giusta l’hanno già imboccata e non c’è pericolo di cadere in una vita dissoluta.

Non è la prima volta che José Mourinho si ritaglia il ruolo di educatore: è successo al Manchester United con MartialLingardRashford, ma anche con Pogba che ha messo fuori rosa togliendogli la fascia di capitano. Per Mourinho il rispetto per il lavoro viene al primo posto, concetto che ha provato a far capire anche a Mario Balotelli negli anni in cui lo ha allenato all’Inter. All’epoca ci fu anche un tentativo di aggressione da parte di Super Mario, Balotelli non si scusò e José lo escluse dalla trasferta per Londra contro il Chelsea.

Soldatini? Assolutamente no, Mou vuole delle belve. Ma solo davanti agli avversari.  

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