LUNGA ATTESA
La Roma aspetta il cambio di proprietà da mesi. Pallotta cominciò a preparare l’addio proprio quando sbarcò Fonseca dall’Ucraina, l’ultimo (8°) allenatore della sua gestione senza successi che si presentò con 7 titoli vinti con lo Shakhtar Donetsk in 3 anni (3 campionati e 4 coppe). Il portoghese non ha mai usato l’alibi della precarietà del club per giustificare il rendimento altalenate della squadra che, nonostante il gran finale, ha fallito l’obiettivo minimo stagionale: la zona Champions e quindi almeno il 4° posto, lasciato tra l’altro alla Lazio. Qualche giocatore ha però ammesso in pubblico di aver convissuto a fatica con l’instabilità societaria. Ma Friekdin è intenzionato ad evitare le cessioni eccellenti: Zaniolo e Pellegrini, per capirsi. L’Europa League, sfruttando il vento che sembra tornato a gonfiare la vela giallorossa, chiama il riscatto. E, dopo aver già incassato quasi 20 milioni, potrebbe incrementare il raccolto e quasi raddoppiarlo: 8,4 milioni spettano a chi arriva a Colonia (quarto 1,5, semifinale 2,4, e finale 4,5) ai quali aggiungere il bonus vittoria di 4 milioni. In più, oltre al ranking storico, c’è il market pool che dipende anche dal percorso dell’Inter nella stessa competizione: attualmente non è calcolabile.
SFIDA COMPLICATA
Se la Roma si presenta con la striscia positiva di 8 giornate (7 vittorie e il pari con l’Inter), il Siviglia, capace di conquistare 5 volte l’Europa League negli ultimi 14 anni, 3 di fila nel 2014, 2015 e 2016), è addirittura imbattuto da 17 partite (Liga e coppe). L’ultimo ko a Vigo contro il Celtra il 9 febbraio. Lopetegui, ex allenatore del Real ed ex ct della Spagna, ha chiuso la stagione al 4° posto con gli stessi punti (70) dell’Atletico Madrid (3°). Fonseca lo conosce bene perché il collega lo sostituì su la panchina del Porto (2014). Banega, Ocampos, Vazsquez e Suso sono invece passati dal nostro campionato. Ma il club andaluso è anche e soprattutto Monchi, l’ex ds giallorosso che ancora adesso è criticato nella Capitale. Alcuni suoi acquisti restano incomprensibili: da Nzonzi, sgarbo a De Rossi, a Pastore, fuori dalla lista Uefa per infortunio come in gran parte della sua avventura a Trigoria. Anche Karsdorp, preso nonostante si dovesse operare al ginocchio, e lo stesso Schick, scartato dalla Juve e dall’Inter e strapagato. È stato lui a pretendere, però, Zaniolo quando Spalletti chiese Nainggolan in nerazzurro.
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