Belotti allontana le voci di cessione: «Roma e Mourinho fidatevi di me»

L’attaccante tra passato e futuro: «Un anno turbolento, ora si cambia»

Belotti allontana le voci di cessione: «Roma e Mourinho fidatevi di me»
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 4 Agosto 2023, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 16:53

Un'annata «turbolenta». Non può che definirla in questo modo, Andrea Belotti, detto il Gallo, l'ultima stagione. Un'annata con pochi sorrisi, solo quattro reti nelle coppe e zero gol in campionato, una cosa che non era mai stata scritta nella sua carriera. Passare per bidone, proprio no. Lui che dopo essere stato considerato un tempo l'uomo mercato, mister cento milioni; dopo una carriera a farsi rincorrere dai grandi club e poi a sposare una maglia, quella del Toro, che ha deciso di abbandonare andando via senza lasciar incassar nemmeno un euro a Urbano Cairo, e inoltre dopo aver depositato agli atti 106 reti. Andrea non ci sta, ha rinnovato con la Roma e ora ha voglia di rimettersi in gioco.

Il club lo ha voluto un anno fa per espressa volontà di Mourinho, che l'ha accolto come un Gallo e poi lo ha dovuto proteggere come un pulcino bagnato. Ora tocca a lui rialzare la testa, anzi la cresta. José lo ha rimproverato brutalmente dopo la seconda amichevole in Portogallo: al di là dei gol che tardavano ad arrivare, Belotti non si proponeva in campo come lo Special avrebbe desiderato e poi le continue voci sull'arrivo di un centravanti hanno rischiato di destabilizzarlo, tanto da ritrovarsi a rischiare la cessione, così, appena dodici mesi dopo il suo arrivo, accolto con entusiasmo.

Il Gallo ha reagito nella stessa partita e l'altra sera a Faro, contro il Farense, è arrivato pure al gol e mezzo (dopo le due reti segnate nel test a Trigoria contro il Latina), più alla traversa con "forbice volante" e il solito lavoro di fatica là davanti.

La resurrezione sta prendendo corpo? O arriverà un altro attaccante che gli scipperà il posto? Vedremo, il mercato non è chiuso, tutto è dinamico. Andrea è battagliero, pur mostrando i suoi toni pacati, educati e una faccia da angelo. Il peggio, secondo lui, è in archivio. Mou lo spera e non solo lui.

Andrea, seppure in una semplice amichevole, la soddisfazione di segnare una rete è arrivata.

«I gol sono sempre importanti, anche quelli estivi: se abbiamo addosso questa etichetta un motivo ci deve essere. Noi dobbiamo fare gol, ci chiamiamo "attaccanti". Insomma sono contento, ma...».

Ma?

«Lo sono ancor di più per aver fatto questo ritiro in Portogallo. Avevo bisogno di forzare».

Ha potuto lavorare con continuità?

«Sì, ed è ciò che mi è mancato nella passata stagione. In questo periodo ho potuto finalmente allenarmi bene e in maniera seria, ho messo minuti nella gambe. Questo mi rende felice. Mi serviva ritrovare la condizione, i minuti partita, avevo voglia di preparare bene la stagione. È stato un ritiro tosto, molto impegnativo, ma è ciò che mi serviva e ora posso dire, finalmente, di stare bene».

Lo scorso anno ha saltato la preparazione.

«Sia quella estiva sia quella invernale, non è stato semplice. Per questo era importante lavorare bene in questa fase. Saltare il lavoro estivo è un problema».

Significa rincorrere.

«È una base su cui poggiarsi. Perché questo tipo di lavoro, durante la stagione, non sarà più possibile farlo».

Si sente sul mercato?

«Io non ascolto niente, penso solo a giocare. Sono in una grande squadra, mi sento addosso la fiducia di tutti, dallo staff ai dirigenti e l'allenatore, le voci che arrivano da fuori non mi interessano».

Per ora è il titolare nel ruolo di centravanti. È preoccupato dall'arrivo di un altro attaccante?

«Perché dovrebbe? La stagione è lunga, ci sarà spazio per tutti ognuno avrà bisogno di rifiatare. La società sta valutando se serve o meno. Io devo solo pensare a stare bene fisicamente, con la squadra e fare solo ciò che sono in grado di fare».

La Champions e l'obiettivo che non può sfuggire al terzo anno di Mourinho?

«I traguardi si fissano strada facendo, è ovvio che tornare in Champions è il sogno di un'intera città. Il solo ascoltare quella musichetta fa capire come si tratti di un qualcosa di diverso da tutto il resto. La Champions è una storia diversa: la Roma è una squadra forte e ha l'obbligo di pensare di poter vincere tutte la partite. Il nostro focus deve essere questo».

Ma come mai lo scorso anno ha chiuso a zero gol in campionato? Come si spiega per uno che ne ha segnati 106 in carriera?

«Purtroppo è stata un'annata turbolenta, con due ritiri non svolti, con frattura alla mano e una intercostale. Da fuori uno non se ne rende conto, ma vi assicuro che non è stato facile. Io sono andato oltre me stesso, mi sono impegnato, ma non è bastato. Stringi i denti, ci provi ma se non ce la fai diventa tutto più difficile, ho fatto più fatica del solito. Sono convinto che sia tutto alle spalle e che la prossima sia un'annata migliore». La sua speranza è che sia sempre con la Roma.

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