L'harmattan è un vento secco che spinge sabbia e polvere dall'Africa al Sudamerica, oscura il sole, riduce la visibilità, blocca i volti, e quando si alza è devastante: soffia a nordest e ovest, dal Sahara al Golfo di Guinea, e Victor Osimhen lo ricorda. L'harmattan Osi soffiando sui campi d'Italia ha portato il Napoli allo scudetto, scompigliando difese, attraversando aree di rigore e arrivando in porta, per poi uscire e tornarci, con larghe folate. Si è raccontato, ieri: «Sono entusiasta per questa vittoria. Sono felice per me, per la squadra e per la gente. Non vedo l'ora di tornare a Napoli per abbracciare i nostri tifosi. Mi sento un leader e non mollo mai. Futuro? Ora voglio godermi questo momento storico».
Si è alzato sui cross dei terzini e delle ali, ha spinto sui passaggi delle altre punte, accumulando gol e punti.
Ma il vento non ha paura di nulla, e non teme le botte, i muri, i canyon. Anzi, per ogni botta, muro, canyon ha saputo acuire la sua sensibilità tornando più forte e abile e preciso nelle scudisciate. La sua poetica è da calciatore scombinato, oscillante, ballerino, un saltimbanco dell'area di rigore, sbilenco e per questo imprendibile: sia quando salta per colpire di testa che quando taglia per calciare di destro. L'insolito attaccante ha trovato esattezza solo nel gol. Regolarizzando tutta la sregolatezza che lo precede. Un ossimoro. Ma non si può chiedere al vento d'essere ordinato, il vento soffia e fa come gli pare. Nel suo assolutismo, nella sua disgregazione, nella sua intrattabilità sta il neapolitan style. Da individualista irresponsabile come era apparso è diventato collettivista indispensabile tra movimenti con palla e senza, ricettore di palloni di qualunque tipo corti, lunghi, alti, bassi e amministratore dell'attacco, che lo ha portato a interiorizzare, assimilare ed esplicitare la condizione di leader. Ora lo sa, ma non ha smesso di divertirsi. Il vento non può smettere. Né si è moderato. Anzi, ha aumentato il grado di aggressività, il suo calcio selvaggio si è fatto canone, linguaggio, gol e brividi. E ora è anche titolo.