Messi, un ciclo finito, un finale annunciato, ma il vero “colpevole” è Bartomeu

Messi, un ciclo finito, un finale annunciato, ma il vero “colpevole” è Bartomeu
di Elena Marisol Brandolini
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Giovedì 27 Agosto 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 11:56

Il giorno dopo l’addio annunciato da Leo Messi, il barcellonismo guarda sbigottito il precipitare senza rete di una relazione tra il giocatore più forte nella storia del Barça e la propria squadra del cuore. Una fine annunciata già da alcuni anni, ma che nessuno si aspettava sarebbe arrivata così, per fax, nell’anno più anomalo per il calcio dovuto alla pandemia e a conclusione della stagione più difficile per il F.C. Barcelona dopo la sconfitta per 2-8 contro il Bayern. Tutti convinti che il detonante della decisione dell’astro argentino sia stato proprio l’umiliazione di quella partita di Champions e che la scelta del nuovo allenatore del Barça, Koeman, di fare a meno del suo amico Luís Suárez per il progetto di rilancio della squadra sia stata la fatidica goccia. Perché Messi, che con il Barcellona ha vinto 34 titoli tra Liga, Champions e Copa del Rey, è stato 6 volte Balón de Oro e 6 volte Botas de Oro, è uno abituato a vincere.
FINE CARRIERA
Appena l’anno scorso, Messi aveva dichiarato di voler finire la sua carriera nel Barça, dov’era arrivato all’età di 13 anni, 20 anni fa. Diceva che in Catalogna erano cresciuti i suoi figli e che voleva rimanerci a vivere con la famiglia. Ma forse ha ragione chi sostiene che la fase più difficile da gestire nella vita professionale di una stella come Messi è proprio la fine della carriera. Appena la notizia del suo abbandono si è diffusa in Catalogna, un centinaio di soci del Barça è andato al Camp Nou a chiedere le dimissioni del presidente del Club Bartomeu incapace di trattenerlo, le reti sociali si sono diffuse di messaggi di cordoglio e di sostegno al campione, i media catalani e spagnoli ne hanno fatto l’apertura. L’opposizione nel Club, che si misurerà in primavera alle prossime elezioni presidenziali, ha cominciato a organizzare la mozione di sfiducia nei confronti dell’attuale giunta direttiva. Perché alla base della rottura c’è anche il conflitto ormai insanabile tra Messi e Bartomeu, anche se difficilmente basterebbero ora le dimissioni del presidente a trattenere il calciatore. L’attuale giunta direttiva non ha saputo accompagnare la parabola del Barça dagli splendori dell’epoca Guardiola, alla conferma sotto la guida di Luis Enrique, fino all’esaurirsi di un ciclo. E’ stata fatta una campagna acquisti dettata troppo spesso da ragioni finanziarie; si è svuotata La Masia, in cui crebbero campioni come Xavi, Iniesta, Puyol, oltre allo stesso Messi; ci si è fatti scappare quelli, come Neymar, che avrebbero potuto dare continuità e futuro al progetto. Ma come anche tutti dicono, nel Barcellona era ormai evidente un conflitto tra poteri - spogliatoio, stelle e club - che ne ha reso difficile la direzione.

Ora si spera almeno che la fine del rapporto tra il F.C. Barcelona e il suo più grande campione avvenga fuori dalle sedi giudiziarie.

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