Roma, fine mercato e Fonseca non svolta a destra

Roma, fine mercato e Fonseca non svolta a destra
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Mercoledì 7 Ottobre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16:06

Fine del calcio mercato, un bel sospiro: fine dell’agonia. L’estate è andata via a inseguire sogni (Milik), l’inizio di campionato è stato turbolento (caso Diawara, il rischio di perdere Smalling) e il futuro è tutto da scrivere. Non era facile, con un club che si sta ristrutturando - la proprietà Friedkin è arrivata a metà agosto ed è qui dal 10 settembre - e che ha dovuto affrontare le questioni di mercato nel pieno di una crisi economica spaventosa (e questo vale per tutti), senza un ds - una vera e proprie anomalia - e con mission complicatissime: rinforzare la squadra, abbassando il monte ingaggi e facendo plusvalenze (cento milioni entro il 2021, per ora non è arrivata a dieci). Fienga e soci, ci sono riusciti? Vediamo.
SENZA IL DS
Fonseca è soddisfatto, in parte. Qualcosa manca: ha assaporato Milik per poi ritrovarsi Dzeko, che va recuperato (è fondamentale). Ha chiesto Smalling dal primo giorno e l’ha ottenuto sul gong. Nel frattempo ha sperimentato una difesa baby, alla quale l’inglese darà un contributo d’esperienza: Ibanez va migliorato, Kumbulla è appena arrivato e dovrà crescere anche lui, Mancini è al secondo anno, Fonseca lo conosce bene e si fida. Diciamo che la difesa adesso è a posto. La Roma, sul mercato ha operato soprattutto lì ed è chiaro il messaggio: si va avanti con i tre. Ora ci sono quattro centrali di buon livello o, volendo, due coppie per un eventuale quartetto. Il neo è non aver liberato Fazio e Jesus, che non vengono presi in considerazione da Fonseca e in più pesano sul monte ingaggi. Monte ingaggi che, in questa sessione, è stato decurtato degli stipendi dei quindici partiti, da Kolarov a Kluivert fino a Olsen, Under e Perotti (i più onerosi), ma è stato aggravato dai nuovi: tra risparmi e spesa, siamo più o meno a una decina di milioni in meno sulla voce stipendi. Ed è già qualcosa. Quanto alle plusvalenze: per ora sono una decina di milioni aspettando di capire se i vari prestiti si trasformeranno in cessioni. Ma i conti interessano poco a Fonseca, che deve tentare la scalata Champions con una rosa ancora claudicante, non tanto negli undici. L’equivoco portiere non è stato risolto: per ora il titolare è la riserva (Mirante). Sulle corsie manca qualcosa. A destra, l’affidabilità: Peres, Santon e Karsdorp, basteranno? A sinistra tutto è in mano a Spinazzola (lo scorso anno spesso infortunato) e a un giovane bravo, Calafiori. A centrocampo, apprezzabile lo sforzo di tenere Veretout, nonostante la tentazione Napoli. Manca un vero play (si era parlato di Torreira), ruolo in questa fase ricoperto da Pellegrini. 
EDIN PER FORZA, PASTORE È OUT 
In attacco ci sono solo Mayoral (che va testato come bomber), Dzeko, Pedro e Perez e l’inseguimento a El Shaarawy non andato a buon fine, fa capire come là davanti si sia un po’ corti.

Possono essere alternati nel ruolo di trequartisti Mkhitaryan, Pellegrini, e in teoria c’è anche Pastore, che è stato escluso dai 25 della lista Uefa. Pedro è arrivato in tempi non sospetti e la qualità (vedi gol di Udine), lo spagnolo, sa cosa sia. I dubbi possono essere sull’aspetto fisico, l’affidabilità andrà testata nel tempo. Stesso discorso vale per il confermato Mkhitaryan, che lo scorso anno, per problemi fisici vari, ha saltato sedici partite. L’impressione è che per il quarto posto la Roma dovrà inseguire, faticare. Non è detto che non ci arrivi. Consob ha approvato il Documento di Offerta relativo all’Opa promossa da Romulus and Remus Investments sulle azioni ordinarie. Corrispettivo per azione, euro 0,1165.

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