Lazio, i tifosi citano in giudizio Giacomelli e Di Bello

Lazio, i tifosi citano in giudizio Giacomelli e Di Bello
di Valerio Cassetta
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Dicembre 2017, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 12:49
Noi confronti di Giacomelli non si muove solo la procura della Figc. Dopo l’apertura del fascicolo per un profilo Facebook riconducibile al fischietto sotto falso nome (violando l’articolo 40 del regolamenta Aia), è in arrivo un’altra grana.  Lo studio legale Previti,  come riportato in un comunicato, «ha notificato, nell’interesse di un gruppo di tifosi della Lazio, l’invito alla negoziazione assistita – primo passo verso la citazione in giudizio – ai sig.ri Piero Giacomelli della Sezione di Trieste e Marco Di Bello della Sezione di Brindisi, rispettivamente direttore di gara e Video Assistance Referee in merito ai noti fatti avvenuti l’11 dicembre scorso in occasione dell’incontro di calcio del campionato di serie A  Lazio – Torino».
 
Le accuse. Nella nota viene riferito che, «secondo i promotori dell’azione, la condotta dei due arbitri si è gravemente e del tutto immotivatamente discostata da quanto stabilito dal regolamento del Giuoco del Calcio, dalla “Guida Pratica AIA” e dalle successive raccomandazioni del Settore Tecnico in tema di rilevazione del fallo di mano, privando la squadra di un sacrosanto calcio di rigore. In particolare, all’errore tecnico commesso sul campo dal sig. Giacomelli, si è poi aggiunto l’altrettanto grave errore, commesso da entrambi i direttori di gara, per non avere sottoposto ad on field review l’episodio tramite VAR». I sostenitori non reclamano solo per l’evidente mani non sanzionato in area da Iago Falque: «Tutto ciò è stato aggravato dal fatto che, pochi secondi dopo, nell’ambito della stessa azione, l’intervento del VAR è stato richiesto in merito al contatto tra il difensore del Torino, Burdisso, e l’attaccante della Lazio, Immobile, in occasione del quale è stato commesso l’ulteriore errore dell’espulsione del giocatore della Lazio, lasciando impunito il giocatore del Torino». Oltre al danno, anche la beffa.
 
Responsabilità professionale e risarcimento. I legali puntano sul fatto che gli «errori commessi, in assenza di significativa discrezionalità ed in presenza del supporto tecnico oggi offerto dalla VAR, integrano gli estremi di una vera e propria responsabilità professionale a carico dei direttori di gara, che li obbliga al risarcimento dei danni causati ad ogni singolo tifoso, leso nel proprio diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti, in quanto fondati su condotte connotate da inaccettabili profili di colpa.
 
Partita falsata.
Non si tratta di una “class action”: «L’iniziativa si differenzia da analoghe azioni preannunciate in questi giorni, basate sulla tutela di interessi collettivi». Lo studio però ha messo a disposizione una mail per chiunque volesse informazioni, «affinché anche nel calcio si affermi con forza il principio di responsabilità anche con riferimento all’operato degli arbitri, attori, al pari delle altre componenti (tifosi, società, calciatori) di uno spettacolo che non può permettersi di essere falsato da decisioni dei direttori di gara palesemente errate e addirittura in contrasto con le regole ufficiali del gioco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA