26 maggio, Lulic: «Coppa Italia, potevo scegliere il 71 ma...». Klose: «Viviamo per queste gioie»

In occasione del decennale del 26 maggio 2013, quello che i tifosi chiamano "Coppa in faccia", i due ex calciatori della Lazio hanno ricordato quel giorno nel libro di Fabio Argentini

26 maggio, Lulic: «Coppa Italia, potevo scegliere il 71 ma...». Klose: «Viviamo per queste gioie»
di Valerio Marcangeli
4 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Maggio 2023, 12:52

Nel giorno del decimo anniversario dalla vittoria della Coppa Italia contro la Roma, la Lazio festeggia e lo fa con le parole dei protagonisti. In primis dell’eroe di quel 26 maggio 2013, Senad Lulic, che nel libro "26 maggio, tutta la storia del derby dei derby" di Fabio Argentini si è espresso così: «Torno spesso a Roma. E ancora dopo dieci anni il tempo non sembra essere passato. Quando vado al bar, a un ristorante o al parco giochi con i miei figli continuo a essere fermato per una foto, un autografo o solo per un ringraziamento. Ma quello che abbiamo fatto conquistando quella Coppa Italia l’ho capito davvero nei mesi seguenti». «Io vengo dalla cultura della fatica – ricorda Lulic – dalla povertà, dalla guerra che ho vissuto quando ero bambino. Per me essere ancora oggi circondato da tanto affetto equivale ad aver vinto una sfida importante, come uomo e come calciatore».

Lazio, Lulic ricorda il 26 maggio: «Dopo dieci anni sembra che il tempo non sia passato»

L’aneddoto sulla vigilia: «Il giorno prima della partita, mentre stavo facendo un massaggio, dissi a Romano Papola, uno degli storici fisioterapisti: “Non ti preoccupare, domani ci penso io”. Durante i festeggiamenti l’ho abbracciato in campo e gli ho detto: “Hai visto? Ci ho pensato io”. Ma era solo una battuta». Il gol: «L’ho rivisto molte volte, in tv e nella mia mente. Nel mio ruolo devo sempre entrare in area quando l’azione si sviluppa dal lato opposto. È successo tutto in un attimo e istintivamente ho iniziato a correre verso la panchina. È toccato a me, ma è la squadra che ha vinto. Per un calciatore non c’è nulla di più bello di una serata così».  Sul numero: «Dopo quella rete sono stati in molti a chiedermi di cambiare il numero di maglia e indossare il 71, il minuto del gol. Ho detto di no perché il 19 è stato il mio numero da sempre.

Poi perché, per carattere, non faccio scelte volute da altri. E infine anche per una questione di rispetto nei confronti dell’avversario sconfitto. Un rispetto che, a dire il vero, non ho sentito reciproco: nei giorni brutti in cui subii l’infortunio al dito e rischiai di perderlo vidi in tv lo striscione “Non c’è ricrescita” a imitazione del motto della curva laziale “Non c’è rivincita”».

Klose: «Senad quel giorno era il re di Roma. Il 26 maggio mi sento felice»

Anche Miroslav Klose, ancora molto legato alla Lazio e allo stesso Lulic, ha ricordato quel giorno nel libro di Argentini passando anche per il derby del 2011: «Sono arrivato alla Lazio nel 2011 e ho capito fin da subito che quello della Capitale era un derby speciale. Mi ricordo che quando arrivati erano due anni che la Lazio non ne vinceva uno. Poi arrivò la partita, la vincemmo e io segnai allo scadere il gol decisivo, e vedere la gioia dei tifosi sia quel giorno che i giorni dopo agli allenamenti, dove si strinsero con calore intorno a noi, mi fece capire definitivamente quanto era importante il derby della Capitale». Poi sull’avvicinamento al 26 maggio: «Ricordo che la società ci mandò in ritiro a Norcia. Ci eravamo andati altre volte quindi quel posto evocava momenti brutti che avevamo passato in alcune occasioni. In quei giorni abbiamo parlato molto, abbiamo scherzato, insomma ci siamo divertiti e avvicinati ancora di più come un gruppo stretto». Infine sui festeggiamenti: «Quando è finita la partita è stato fantastico. Sono andato subito a prendere Lulić e me lo sono messo sopra le spalle per portarlo in giro per il campo e farlo acclamare dai tifosi della tribuna e della Curva Nord. Lui quel giorno era diventato il Re di Roma. È stato il mio compagno di stanza e soprattutto è un caro amico con cui mi frequento ancora. Ancora oggi quando riguardo i video e le foto dei festeggiamenti provo emozione e mi sento veramente felice».
© RIPRODUZIONE RISERVATA