Lazio-Lulic, è gelo: «Non mi vogliono più. Il sogno è finito»

Lazio-Lulic, è gelo: «Non mi vogliono più. Il sogno è finito»
di Alberto Abbate
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Giovedì 1 Luglio 2021, 07:30

 Sfreccia ancora nell’ombra d’un dio dopo aver castigato la Roma quel benedetto 26 maggio. Quella rete rimarrà in eterno, è un gol per sempre, è un gol indelebile, è un gol solenne come un giuramento. Eppure oggi capitan Lulic si sente tradito. È scaduto ieri il suo contratto, in silenzio. Lo ha rotto lui a tarda sera con una lettera strappalacrime d’addio: «Lascio la Lazio perché non ho avuto la possibilità di continuare a giocare e lottare insieme a voi. Non tutti i sogni sono senza fine e dipendono dai nostri desideri. Le speranze e le volontà, a volte, da sole non bastano. Ringrazio la società e Lotito per avermi fatto indossare questa maglia per un decennio e soprattutto voi tifosi, che porterò sempre nel mio cuore. Eternamente vostro». Senad si sarebbe aspettato una chiamata, un altro trattamento. Non voleva per forza il rinnovo, ma almeno una congedo degno del suo amore per la Lazio. Uomo-derby, uomo-chiave, ci ha rimesso persino una caviglia, gli è costato un anno di calvario. È tornato col Parma nel suo minuto leggendario, non era più lo stesso nonostante l’appello: «Fagliene un altro al settantunesimo». Oggi, primo luglio, i laziali sono più tristi del solito con la certezza dell’addio. 
DISCUSSIONE
Era Magno Lulic una volta, eroe della Coppa in faccia. A Formello alla fine sembra quasi gli abbiano sbattuto la porta in faccia. Rimossi addirittura gli striscioni in suo onore un mese fa. C’è rimasto male, Senad. Paga, da fine campionato, la sua verità sbandierata alla società: l’infezione provocata, a suo dire, dallo staff medico alla caviglia, le 7 partite giocate in un mese con le infiltrazioni perché Inzaghi lo supplicava e non c’era nessuno in panchina a sostituirlo sino all’infortunio del 5 gennaio 2020 a Brescia. Lotito dal canto suo - col rinnovo a vuoto per un anno - gli aveva mostrato la sua riconoscenza, ma alla fine si chiude nel gelo anche questa storia. Iniziata 10 anni fa, nel 2011 e culminata con 371 gettoni, 34 gol e 50 assist per il quinto giocatore più presente della formazione capitolina. Un mese fa sembrava tutto fatto con lo Zurigo, al momento Lulic resta in Svizzera senza squadra. Di sicuro non lo vedremo più scartavetrare quella fascia. Sbarcherà lo svincolato Hysaj, pronto anche a traslocare a destra nel caso in cui arrivasse pure Fabrizio Angeleri a sinistra, con Fares, Lazzari e Marusic a rischio uscita. 
MERCATO
Intanto saluta anche il senatore Parolo a scadenza: torna a Gallarate nella sua scuola calcio, nonostante sembrava potesse essergli offerto un ruolo dietro la scrivania. Marco (sbarcato due anni dopo) e Lulic lasciano insieme due Supercoppe Italiane nel 2017 e nel 2019 e una Coppa Italia. Ci sarà il rinforzo Toma Basic in mediana, come esterno invece Felipe Anderson di ritorno a Roma. Tare lavora su Correa in uscita: il Psg, dopo Rafinha e Kurzawa, offre il 29enne spagnolo Pablo Sarabia. Ma la Lazio vorrebbe racimolare solo 35 milioni da destinare a Julian Brandt del Borussia. 
INCONTRO
È il momento della verità anche sul direttore tecnico.

In questi giorni Angelo Peruzzi aspetta un faccia a faccia con Lotito. Da quando è andato via Inzaghi è stato estromesso da tutto. Non ha avuto nessun contatto con Sarri né col nuovo staff tecnico. Doveva vedersi con Tare a Formello, appuntamento fissato a vuoto. Ha il contratto, ma non è stato inserito nemmeno in coda alle liste mail per l’organizzazione del ritiro d’Auronzo. Adesso vuole vederci chiaro sul suo futuro. Non raggiungerà Inzaghi a Milano, sta bene alla Lazio, ma lui deve stare bene a Tare e Lotito. Nell’imminente incontro dovrà chiarire ogni punto, ma Peruzzi è un altro simbolo sempre più in bilico.

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