Strakosha e Asl, la Lazio rischia. Le prove non convincono la procura Figc

Strakosha e Asl, la Lazio rischia. Le prove non convincono la procura Figc
di Alberto Abbate - Emiliano Bernardini
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Venerdì 13 Novembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 13:42

Il nodo restano le comunicazioni all’Asl. Carenti. O meglio, la Lazio avrebbe comunicato tutte le positività dei calciatori sopratutto telefonicamente. Di scritto c’è poco. Il club sarebbe pronto persino a portare a testimoniare il dirigente della Asl con cui - riferisce - «eravamo costantemente in contatto», ma la Procura Federale ieri si è ulteriormente insospettita di questo atteggiamento, magari finalizzato ad evitare un’eventuale bolla di gruppo. A Via Campania restano orientati verso il deferimento (e la richiesta da 1 a 3 punti di penalizzazione) dopo due ore di confronto, a cui potrebbe seguirne almeno un altro: «Noi siamo tranquilli – assicura l’avvocato Gentile – perché abbiamo chiarito procedure e prodotto tutte le Pec». 
NELLO STUDIO DI GENTILE
La Lazio, per la delicatezza del caso, aveva chiesto riservatezza. Per questo (oltre che per una questione legata ai protocolli Anti-Covid) l’audizione (slittata due volte) del responsabile medico Pulcini e del dottor Rodia si è tenuta da remoto presso lo studio del legale biancoceleste. In presenza c’erano solo due ispettori. Il procuratore Chiné era collegato in video (in serata i tre hanno fatto un vertice a via Campania). Il pm considerava quest’audizione chiave per spulciare tutte le zone d’ombra della gestione dei casi di positività delle ultime settimane, in particolare dalla trasferta di Bruges a quelle prima della Juventus. Il Protocollo in alcuni punti sembra violato e, lo si è visto già in altre occasioni con i deferimenti Juve, Roma e Napoli, dalla Figc arriva l’impulso a dare un segnale forte a tutti per proseguire al meglio questo campionato.
ALTRI ESAMI
Il filone sportivo si muove aspettando pure sviluppi dall’inchiesta giudiziaria d’Avellino. Lì ora è Thomas Strakosha il vero caso. A maggior ragione se dovesse essere confermato positivo alla perizia, andata in scena martedì all’ospedale Moscati d’Avellino e proseguita in queste ore, dopo il prelevamento di altri 7 campioni (i 4 dello staff più i tre giocatori presunti positivi) di Rna Virali alla Merigen, il laboratorio di Napoli a cui si era rivolta Futura Diagnostica venerdì scorso per avere conferme sui propri tamponi con risultati differenti rispetto a quelli della Synlab e del Campus Biomedico di Roma: «Anche lì hanno appurato l’assenza dei tre geni per Strakosha e Leiva – spiega il coordinatore di Futura Diagnostica, Taccone - riservandosi un ulteriore controllo solo per il tampone di Immobile. Il dottor De Biase mi chiamato e mi ha comunicato la positività di quest’ultimo al solo gene N. Solo quello, che è un gene ballerino, a volte è positivo, a volte no. E non può essere probante di un’infezione». Eppure adesso le ricerche di Maria Nandi, perito nominato dalla Procura D’Avellino, si stanno concentrando sulla sorpresa relativa a Strakosha, unico risultato alle contro-analisi positivo. Per questo anche la consegna della perizia potrebbe slittare di qualche giorno.
NUOVO CASO
E pensare che sembrava Immobile il nodo più contorto: invece, insieme a Leiva, sembra negativo e oggi effettuerà un nuovo tampone per essere “libero” dall’isolamento.

Questo mette in discussione i test effettuati prima alla Synlab dalla Uefa e poi quelli (volute in gran segreto da Lotito) al Campus Bio-Medico, oltre a quelli di Futura Diagnostica, messi sotto inchiesta dalla Procura di Vincenzo D’Onofrio. Emergono nuovi interrogativi relativi all’ambiguità degli esami, diversi fra un laboratorio e l’altro. Eppure non si può far finta di niente su Strakosha, il cui esito è sempre positivo. Perché l’eventuale rapporto del portiere biancoceleste col Covid avrebbe così un percorso molto lungo e tortuoso. Addirittura ben prima della partita col Bologna (2-1) del 24 ottobre, Strakosha aveva la febbre ed era stato isolato. Inzaghi in conferenza aveva solo parlato di rotazione con Reina all’improvviso. Peccato che il giorno dopo Thomas non si allenava né veniva convocato. Sparito dal campo di Formello, col Bruges in Champions e ricomparso il 31 ottobre, dopo aver effettuato con la squadra un tampone risultato negativo il giorno prima della penultima gara di campionato. Il Primo novembre l’estremo difensore albanese va in panchina a Torino, ma il giorno dopo si sottopone al test molecolare della Uefa pre-Zenit e gli esiti di martedì lo rifermano per San Pietroburgo: Strakosha però si allena comunque (entra per ultimo alla rifinitura) insieme a Immobile e Leiva fra le riserve col gruppo. Per Futura Diagnostica è sempre stato negativo, per Synlab e il Campus Bio-Medico no. E ora anche i test riprocessati ad Avellino confermano. Oggi sarebbero passati però addirittura 22 giorni dal primo isolamento, un caso fondamentale sul piano sportivo. La Lazio rischia di dover rispondere presto anche su questo.

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