Lazio-Cluj, i tormenti di Sarri: «Affrontiamo la Conference con serietà, non voglio uscire»

Stasera arriva il Cluj in un Olimpico semivuoto

Lazio-Cluj, i tormenti di Sarri: «Affrontiamo la Conference con serietà, non voglio uscire»
di Alberto Abbate
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Giovedì 16 Febbraio 2023, 10:08

Fra la voglia di andare avanti in Conference e la possibilità di lottare sino all'ultimo per il quarto posto in campionato, c'è sempre la panchina corta di mezzo. Negli ultimi 15 anni la Lazio ha centrato la Champions solo nel 2019/20, dopo aver salutato le Coppe già a gennaio. Addirittura in quella stagione Simone Inzaghi disse addio a dicembre all'Europa League, eliminato nel girone proprio dal Cluj: «Spero di non andare fuori anch'io, ma se il viatico fosse quello... Quando ero sulla panchina della Juve, e la Lazio era appena un punto dietro, alla ripresa del campionato a giugno i dirigenti bianconeri mi dissero di concentrarmi sull'Inter perché i biancocelesti non ce l'avrebbero potuta fare per lo scudetto», confida Sarri, facendo riferimento all'impossibilità dell'organico capitolino già allora di sostenere impegni ravvicinati ogni tre giorni in un calendario post-Covid così spremuto. Ora, agli spareggi di Conference, il discorso è diverso, ma sino a un certo punto: «Il nostro obiettivo è passare il turno, poi vedremo il prossimo. È una competizione europea e merita rispetto, dobbiamo prenderla sul serio. Il campionato è una priorità perché garantisce introiti più alti e fondamentali per ogni club, ma qui c'è in palio un trofeo». Un'ancora di salvataggio.
MENTALITÀ
C'è poi un orizzonte più ampio che riguarda la mentalità della Lazio: «Per costruire un modo di pensare ci vogliono anni, serve un allenamento quotidiano. Se un tecnico potesse innestarlo così, dovrebbe guadagnare 100 milioni e i giocatori altrettanto».

Vincere in Conference però può avere alla fine risvolti positivi anche sul cammino immediato in campionato: «Abbiamo perso una partita dopo un po' di gare in cui eravamo imbattuti e siamo in un momento delicato. Ci siamo messi noi in difficoltà, e mi riferisco a noi dello staff, ai giocatori e alla società, e ora tutti insieme, con le nostre forze, dobbiamo uscirne subito.

Nessuno può darci un'altra mano». Già, perché non è arrivato chissà quale aiuto dal mercato di gennaio. La squadra è spremuta e ora il turnover non è una forma di snobismo, ma un bisogno concreto: «Non faccio le scelte in base al torneo, ma alla luce di chi è più stanco».

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FORMAZIONE
I risultati della Lazio dipendono troppo dal ritorno al top del suo capitano: «Immobile ha un giramento come tutti gli attaccanti che non segnano da un po'. Deve ritrovare la miglior forma, ma ora non può giocare per 90', due gare di seguito». Ciro sarà in campo per un'ora circa, con Zaccagni (squalificato poi a Salerno) e Felipe Anderson in vantaggio su Cancellieri e Pedro. Grandi dubbi per Sarri a centrocampo, che dovrà far rifiatare Cataldi e almeno uno fra Milinkovic (acciaccato) e Luis Alberto. Marcos Antonio, Basic e Vecino sono in rampa di rilancio: «Sono tutti in crescita e ci faranno comodo in questo periodo». Dietro Patric e Casale al centro, Lazzari e Hysaj sulle fasce, ma anche Pellegrini fiuta l'esordio almeno nel secondo tempo: «Non è ancora allineato al nostro modo di difendere, ma sta crescendo tanto». In porta Provedel è in netto vantaggio, Maximiano rischia un'altra grande esclusione per quell'uscita a vuoto allo Stadium: «In Europa non c'è nulla di scontato - chiosa Sarri - e il girone di Europa League c'è servito da insegnamento. Abbiamo già pagato un approccio superficiale a caro prezzo. Abbiamo analizzato il Cluj, ha due-tre giocatori di spessore internazionale e sarà una gara tirata dal punto di vista fisico». I rumeni l'hanno preparata anche con la massima concentrazione in ritiro. Pure all'Olimpico ci sarà tanto silenzio: appena 8mila biglietti venduti, benvenuti nel semi-deserto.
 

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