Lazio, è Caicedo l'uomo del destino

Lazio, è Caicedo l'uomo del destino
di Daniele Magliocchetti
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Sabato 9 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:58

Da contestato ad amato. Da gregario a protagonista, ma anche salvatore della patria. E’ la storia laziale di Felipe Caicedo. Uno che nella sua vita da calciatore ha dovuto lottare per conquistare non solo spazio, ma anche affetto e stima. E lui ci si trova a meraviglia, anzi sembra quasi che, se non fosse così, non riesce a rendere ed esaltarsi. Ora sta avendo anche una continuità di rendimento importante, per se stesso e per la squadra, tanto che in questa stagione dopo sedici gare di campionato e sei di Champions League ha totalizzato sei marcature: cinque in A e una in Europa. Dietro a bomber Immobile, c’è lui. E domani tornerà al Tardini, lo stesso campo che l’anno scorso lo vide ancora protagonista segnando l’ennesimo gol-vittoria in extremis sul Parma di D’Aversa. 
NUMERI DA CAPOGIRO 
Uno che sottoporta sa il fatto suo. Tranne il primo realizzato a settembre con l’Atalanta e quello col Verona in casa, gli altri quattro gol sono stati tutti fondamentali. Ma quello che sorprende è la sua media realizzativa in rapporto ai minuti giocati, poco più di una rete a partita, visto che segna ogni 116 minuti. In campionato dà il meglio di sé, visto che le sue 25 realizzazioni hanno fruttato alla Lazio di Inzaghi ben 23 punti. Non pochi per una terza punta, visto che nelle gerarchie del tecnico il Panterone viene dietro a Immobile e Correa. E questo per lui, almeno fino alla panchina di San Siro, non è mai stato un problema. A Milano, inizialmente, non la prese bene, ma poi tutto è passato. Non solo. Con quei 25 gol in serie A ha raggiunto un mito assoluto come Vincenzo D’Amico, ma pure altri calciatori che hanno fatto parte della storia biancoceleste come Zarate e Felipe Anderson, anche se rispetto all’ecuadoregno, hanno accumulato più presenze e minuti. 
IN BILICO 
Felipe è attaccato alla Lazio, tanto che il suo gesto dopo il gol con la Fiorentina, di non fare più il solito cuoricino davanti alla telecamera, bensì di baciare la maglia, non è passato inosservato. Inzaghi ci punta tanto, il direttore sportivo Tare è colui che l’ha scovato e portato contro tutti alla Lazio nell’estate del 2017, ma allo stesso tempo ci sono tante squadre che gli girano attorno. Per la società è un calciatore importante, ma allo stesso tempo è pronta a valutare offerte, a patto che siano indecenti, dai 7 milioni in su. Da non dimenticare che è stato lo stesso giocatore ad agosto a premere per andare via, visto che l’Al Gharafa, società qatariota, gli offriva un contratto da nababbo, quasi 4 milioni a stagione fino al 2024. La Lazio l’ha accontentato, trovando perfino l’accordo con il club del Qatar per una cessione di 7 milioni di euro. Tutto era pronto e fatto, tanto che ci fu l’accelerata per Muriqi (che sta cominciando ad ingranare e stupire in allenamento), ma poi quando si doveva chiudere (Felipe e la moglie avevano disdetto la casa di Roma), i dirigenti dell’Al Gahrafa sono spariti nel nulla. Ma ora qualche sirena è tornata a circolare, con voci sempre più pressanti. C’è la Fiorentina che lo segue, nelle ultime ore si parla parecchio di Inter, ma da Formello smentiscono. Se dovesse partite, la Lazio andrà sul mercato, ma non per un attaccante, bensì per un difensore o, se Lulic non darà le garanzie, per un esterno.
LULIC C’È 
Per la trasferta di Parma, Inzaghi lavora sempre con qualche affanno.

La buona notizia è che Lulic ha fatto l’intero allenamento con la squadra, ma verrà reintegrato in rosa al posto di Anderson, quando la Lazio si sentirà più sicura. Oggi si valuterà ma più verosimilmente alla vigilia del derby. Si sono rivisti Fares e Correa, ma sono indietro. Da verificare le condizioni di Marusic e Lazzari che non si sono allenati, ma oggi è previsto il loro rientro e la partenza per l’Emilia. 

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