Lazio-Cagliari con Marchetti tra i pali: la sfida raddoppia

Marchetti
di Alberto Abbate
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 10:49
Abbi Fede, sebbene non sia ancora lui. Esce di meno, ma è sempre sotto i riflettori. Così Marchetti ora si tuffa nel passato per accendersi e portare fortuna. Poteva far poco a Torino sul gol di Iago Falque, eppure qualcuno ne invocava i pugni. Poteva fare di più su Helander contro il Bologna, ma guai a dargli la principale colpa. Adesso Federico vuole chiudere la porta e i tre punti al Cagliari. Domenica ha festeggiato le 150 presenze fra i pali biancocelesti: magari presto non potrà più stringerli (dopo Neto, Sportiello e Perin, proseguono i rumors su Selichov dell'Amkar Pern), ma adesso li difenderà con le unghie e con i denti. E' pronto a incatenarsi alla Lazio contro chi gli aveva messo le catene.

STATISTICHE
Toh, il Cagliari rivede Marchetti e ha paura. Perché da quando il portiere ha lasciato la Sardegna e rimesso i guantoni alla Lazio, i rossoblù piangono. E' l'ex il vero amuleto biancoceleste contro i ragazzi di Rastelli, ormai da anni. Nella prima stagione 2011/12, una Lazio corsara al Sant'Elia vince 3 a 0 (Lulic, Klose e Rocchi). Al ritorno è ancora la squadra di Federico a trionfare grazie ad un gol di Diakité. Nel 2012/13 il gol di Sau all'Olimpico non basta per aggiudicarsi qualche punto: ci pensano Konko e Candreva a ribaltare il risultato. La sfida di ritorno al Nereo Rocco, vede l'unica vittoria del Cagliari contro la Lazio da quanto Marchetti veste la maglia biancoceleste. Dessena infrange però solo una volta il tabù e all'ultima giornata. Perché nel 2013/14, con Lopez in panchina, il Cagliari perde entrambe le sfide per 2 a 0. La prima all'Olimpico grazie ai centri di Klose e Candreva, la seconda in Sardegna sotto i colpi di Lulic e di uno scatenato Keita. L'anno successivo ancora il bosniaco insieme a Mauri, Klose, ed Ederson (4-2) centra l'andata, al ritorno 3-1 con Miro, Biglia e Parolo.

SFIDA
Un anno di transizione in B, ora il Cagliari torna nell'inferno di Marchetti. Nella sua porta stregata dopo l'addio velenoso: appena tre punti rossoblù (una sola vittoria), 17 gol subiti e appena cinque segnati con Dessena, Joao Pedro e Sau. Stavolta Federico dovrà ipnotizzare lo spauracchio Borriello, a segno 7 volte contro la Lazio. Zittire le critiche, travolgere ancora il passato per riconquistarsi il presente ma soprattutto il futuro con Lotito. Con questa sorte fra i guantoni, però, non avrà bisogno di troppi consensi. Stringerà il pallone e gli farà perdere i sensi.