Kalinic, doppietta e un assist: e ora l’attacco non è più Dzeko

Kalinic, doppietta e un assist: e ora l’attacco non è più Dzeko
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 2 Marzo 2020, 09:30
Qualcuno andava dicendo, ieri: «Dzeko ora rischia il posto». La battuta ci sta, ci piace anche. E’ solo una battuta, appunto. Ma non si sa mai dove ci porta il destino, dove il destino porterà Nikola Kalinic, il redivivo, il redibomber, termine che non esiste, ma lo scriviamo lo stesso. Nik non segnava da una vita, da dicembre del 2018, qui non s’era mai visto, tra un infortunio e l’altro, tra una mezza prestazione incolore e l’altra. Non era il vice Dzeko, non era tanto meno un titolare. Non era nulla. Panchina, panchina e panchina. Un calciatore con il morale sotto i piedi, pieno di acciacchi: Fonseca ce lo ha avuto e non ce lo ha avuto e quando c’era, lo ha quasi mai preso in considerazione. In ottobre la sua prima partita da titolare, a Genova contro la Sampdoria, ieri la seconda. La terza e la quarta a Torino con la Juve e con il Parma in Coppa Italia, la quinta in Europa League con il Wolfsberger. Cinque in totale, spalmate su tutte le competizioni. Gol fatti, nemmeno a parlarne, tiri in porta si contavano sulle dita di una mano. Fonseca ha dovuto far giocare Dzeko con la mascherina di protezione dopo la rottura del setto nasale proprio nella sfida di andata con il Cagliari. Questo per far capire l’affidabilità di Kalinic, che in quella gara dell’Olimpico contro i sardi di Maran, aveva pure segnato un gol, annullato per presunto fallo su Pisacane. Il pomeriggio che doveva essere quello della svolta, si è trasformato nella solita giornata anonima. Kalinc è venuto a Roma per stare alle spalle di Dzeko, non c’erano altre scelte da prendere e nemmeno i soldi da spendere per investire su un giovane di belle speranze. Anzi, il giovane a disposizione, Schick, c’era ma era stato spedito a Lipsia perché pure lui in due anni aveva fatto quasi come Kalinic, ovvero nulla o quasi. A gennaio il croato stava per andare via, senza lasciare traccia. 
L’ATTESA
Ma il momento giusto arriva sempre: a Cagliari, la doppietta, un assist (un altro lo fece a Parma in Coppa Italia) e una prestazione molto buona. In linea con le sue possibilità, di uno che, almeno in Italia, ha segnato 35 gol con la maglia della Fiorentina. Kalinic non sarà un attaccante al livello di Dzeko, ma quello per cui era stato chiamato ha ancora il tempo di farcelo vedere. Edin ha bisogno di tirare il fiato, come successo a Cagliari, Nikola deve essere all’altezza in quelle situazioni, la Roma ha bisogno di tutti gli attaccanti, anche di lui. Che incida, anche dalla panchina. Insomma, fare quello che, spesso, ha fatto in passato, anche con la maglia della nazionale croata. «Non ho giocato tanto ultimamente In un anno e mezzo avrò fatto 6-7 partite per 90 minuti. Sono qui per dare tutto per la Roma. Sto bene, perché mi alleno bene tutti i giorni, anche se l’allenamento non è come la partita», le sue parole.
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