Inter-Roma, Dzeko si gioca il futuro a "casa" di Mourinho

foto Mancini
di Stefano Carina
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Martedì 11 Maggio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18:25

A casa di Mou, senza lo Special One. Se c’è una gara, al ritorno in Italia, che il tecnico portoghese andrà a cercare quando verrà stilato il calendario della prossima serie A, è sicuramente quella di San Siro contro l’Inter. Quello che per tre anni è stato il suo stadio, non può rappresentare un appuntamento qualunque (tra l’altro contro il rivale Conte). Ancora per poco, dovrà accontentarsi di guardare la partita alla tv, come già accaduto sia con il Manchester United e il Crotone. E forse, con gli impianti sportivi ancora chiusi al pubblico, è meglio così. Perché un personaggio come il portoghese - che all’Inter ha regalato uno storico Triplete - merita un tributo, un’ovazione, un ringraziamento. Se ne riparlerà la prossima stagione, quando Mourinho sarà ufficialmente il nuovo tecnico della Roma. 

CONFRONTO CON ROMELU
Per le ultime tre gare di campionato, resta il connazionale Fonseca che anche domenica ha ribadito come l’obiettivo sia quello di chiudere al settimo posto, passe-partout per la neonata Conference League. L’Inter domani, sabato il derby, domenica 23 maggio contro lo Spezia: 180 minuti per tenere a distanza il Sassuolo ma soprattutto per regalare indicazioni importanti sul futuro. Appare certamente curioso che da quando Mourinho è stato ufficializzato, la Roma dopo il 4-1-4-1 di Manchester, sia tornata al 4-2-3-1, rispolverando la difesa a 4 che rappresenterà la stella polare della prossima stagione e che fino al lockdown dello scorso anno, era stato il dogma sul quale aveva lavorato Fonseca. Nella scelta di Paulo, lo Special One non c’entra nulla: a determinare la virata sono state le assenze.

Numerose quelle con Manchester (11) e Crotone (12): per Milano, rispetto a due giorni fa, torneranno a disposizione El Shaarawy e Villar che ieri hanno lavorato in gruppo.

Darboe, uscito domenica per crampi, ci sarà ma dovrebbe partire dalla panchina. Da valutare Ibanez. Inter e Roma nelle ultime 6 sfide hanno sempre pareggiato. Dovesse riaccadere, i giallorossi eguaglierebbero un record che dividono già con la Lazio (7 pareggi consecutivi nei derby tra il 1990 e il 1993). Toccherà ai due centravanti provare ad evitare l’ennesimo stallo. Lukaku e Dzeko: il passato e il possibile futuro di Mourinho. Il legame con il belga ha vissuto alti e bassi: «Le difficoltà erano legate al fatto che io volevo giocare - ha spiegato l’attaccante tempo fa - Lui invece pensava che non fossi pronto. Per questo sono andato via (inizialmente in prestito al West Bromwich e poi ceduto all’Everton). Quando sono tornato (stagione 2017-18), ci siamo ritrovati. Gli sarò sempre grato, perché è sempre stato il mio sogno essere allenato da lui». Il rapporto con Edin invece è ancora tutto da costruire. Normalmente Mou istaura sempre un grande feeling con i suoi centravanti. Da Mc Carthy al Porto (20 gol in 23 gare), passando per Drogba, Ibrahimovic («Per lui avrei ucciso»), Milito, Eto’o (lo convinse a fare il terzino), Diego Costa, Adebayor e Kane, li ha sempre difesi, toccando le corde giuste e venendo ampiamente ripagato. Problemi, al di là di quelli iniziali con Lukaku, soltanto con Benzema («È un gattino che deve imparare a cacciare») e l’ultimo Ronaldo al Real. Di certo, Dzeko visto nelle due gare con lo United non può non tornare utile. Domani e il derby per confermarlo. 

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