Dzeko resta in tribuna, l'addio è complicato: Inter e Juve tentennano

foto Mancini
di Stefano Carina
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Domenica 24 Gennaio 2021, 07:30

Il gol di Pellegrini apre ad un futuro ancora con Fonseca. Paulo, invece, chiude la porta a Dzeko. In modo netto, inequivocabile: «Ho già detto tutto, non voglio aggiungere altro. Quello che è importante è quello che abbiamo fatto contro lo Spezia e la vittoria della squadra». Il tono e l’espressione del viso fanno il resto: per il tecnico quello di Edin è un discorso chiuso. La rottura tra i due appare insanabile. E non inganni la presenza ieri del calciatore allo stadio: la Roma è entrata di nuovo in bolla, dopo la positività di due membri dello staff. La palla passa inevitabilmente alla società che ha a disposizione una settimana per trovare una soluzione. Le prime mosse ci sono già state: venerdì il nuovo agente del calciatore, Lucci, ha comunicato che l’attaccante intende rimanere, a meno che non gli venga trovata una sistemazione di suo gradimento, preferibilmente in Italia. Tradotto: no mascherato da nì a soluzioni estere (è stato offerto al Psg), sì a Juventus o Inter. Il problema è la liquidità. Entrambi i club hanno chiuso i rispettivi bilanci in deficit, non hanno margini di manovra sul mercato a tal punto che ieri Marotta, prima dell’inizio del match contro l’Udinese, ha ribadito come il mercato dell’Inter sia chiuso. Dzeko compierà 35 anni il 17 marzo, guadagna 7,5 milioni e ha un contratto sino al 2022: numeri importanti, quasi quanto i gol in carriera. L’unico modo per uscire fuori da questo apparente stallo, sembra essere attraverso uno scambio di prestiti. I nerazzurri possono mettere sul piatto Eriksen (richiesto dal Leicester) o Pinamonti. La Juventus, tra i nomi che possono interessare a Trigoria, Bernardeschi che però non si vuole muovere da Torino e gioca in ruolo (ala) che il 3-4-2-1 non contempla. L’incastro rimane quindi difficile. Aspettando una dichiarazione pubblica del club, che anche ieri ha preferito rimanere in silenzio, la presenza del general manager Pinto in panchina nel riscaldamento è un primo segnale. 
VISITE RIMANDATE
Il secondo è probabilmente l’arrivo di El Shaarawy che ieri ha dovuto rimandare le visite mediche, già fissate a Villa Stuart, perché il tampone effettuato nella giornata di venerdì è risultato positivo, seppur con una bassa carica virale.

L’ingaggio del Faraone va però ad accontentare Paulo che aveva chiesto a più riprese l’arrivo di un attaccante. Pensare ad un addio del bosniaco e continuare con Mayoral e El Shaarawy (ai quali magari aggiungere un attaccante giovane come Pinamonti) appare troppo rischioso nell’ambito di una corsa al quarto posto che rischia di concludersi al fotofinish. Anche perché Stephan più volte ha rimarcato come non ami giocare da prima punta. Oltre a trovare quindi una sistemazione a Dzeko, serve il sostituto. La suggestione che continua a rimbalzare dalla Spagna (lo svincolato Diego Costa, gestito dalla Gestifute, quindi da Mendes, vicino a Pinto) appare in netta controtendenza con la linea più volte ribadita dal nuovo filone societario targato Friedkin. Nel frattempo Edin aspetta. Non ha fretta. Ieri ha assistito al match contro lo Spezia e alla doppietta di Mayoral. Più volte ripreso dalle telecamere, soprattutto dopo le reti dello spagnolo, ha alternato sorrisi a sguardi riflessivi. La sua avventura a Roma, spesso a rischio negli anni scorsi, sembra giunta stavolta al termine. Nel modo peggiore, da re esiliato

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