Coronavirus, è slittata la riunione Serie A - Assocalciatori

Coronavirus, è slittata la riunione Serie A - Assocalciatori
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Lunedì 30 Marzo 2020, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 21:55
Slitta l'appuntamento fra la Lega Serie A e l'Assocalciatori per discutere degli stipendi dei calciatori alla luce della crisi generata dall'emergenza sanitaria del coronavirus. La Lega Serie A alla vigilia era intenzionata a presentare un piano collettivo di sospensione dei pagamenti. Secondo quanto filtra dalla Lega, la conference call in programma alle 19 è stata rinviata ai prossimi giorni perché altre riunioni precedenti di entrambe le parti sono durate più del previsto.

«Nella malaugurata ipotesi di chiusura anticipata della stagione i calciatori sanno di dover svolgere la loro parte» ma «quale sarà l'apporto» delle altre componenti del movimento, Figc, Leghe, organizzazioni internazionali? È la domanda provocatoria dell'Assocalciatori, perché nessuno è immune nella crisi economica generata dall'emergenza coronavirus, ma i giocatori rifiutano il copione secondo cui l'unico problema ora sono i loro stipendi. E alla sospensione prospettata dalla Lega, quelli di Serie A preferiscono un taglio sul modello applicato dalla Juventus, fra l'8% e il 12%, ben inferiore rispetto a quello del 70% annunciato da Messi per i tesserati del Barcellona. Il tema resta in sospeso. Il confronto fra le parti previsto alle 19 è slittato ai prossimi giorni perché i vertici di Lega e Aic sono stati impegnati in altre conference call che si sono protratte fino a sera. Sei ore sono durate quelle del direttivo dell'Aic e quella dei rappresentanti delle squadre di Serie A. Nella seconda riunione è emerso anche che le situazioni delle varie società di A (alcune a corto di liquidità) sono troppo diverse per una soluzione collettiva. Meglio, pensano i giocatori, trattative club per club, con l'assistenza legale dell'Aic. E intanto lanciano un fondo assistenziale per le categorie più in difficoltà, dilettanti, donne e i professionisti con i redditi più bassi. Ogni ragionamento sui tagli sarà legato agli scenari. Pensare di ricominciare a metà maggio è ancora prematuro. I possibili incastri di calendari saranno affrontati anche nella videoconferenza convocata per domani dalla Uefa con i segretari generali delle 55 federazioni. Comunque per l'Aic la ripresa dell'attività deve essere subordinata ad «approfondito controllo medico e rispettando tutte le indicazioni dei medici e dalla Fmsi».

Intanto altre società in Italia stanno già studiando una strada simile a quella della Juventus, dall'Inter al Milan. Per la Roma sono giorni di riflessione, si auspica a una soluzione di più ampio respiro e unitaria da parte della Lega. Al Torino sono cominciati i confronti con i giocatori. «Dobbiamo trovare un punto di incontro perché ognuno deve fare sacrifici.
Il Torino in questo momento non incassa nulla, ci deve essere un sacrificio da parte di tutti per uscire da questa situazione e ripartire bene», ha detto il presidente Urbano Cairo, secondo cui «il campionato è finito e lo scudetto non andrebbe assegnato perché ci sono tre squadre in fazzoletto». La pensa così buona parte dei presidenti. La Lazio invece vuole continuare a giocarselo sul campo.
 
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