Figc, Gravina: «Non posso essere il becchino del calcio, fermarsi sarebbe un disastro»

Figc, Gravina: «Non posso essere il becchino del calcio, fermarsi sarebbe un disastro»
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Domenica 19 Aprile 2020, 23:06 - Ultimo aggiornamento: 23:52
«Fermarsi oggi sarebbe un disastro. Se il calcio non riparte ci sarebbe un pesante impatto negativo, sul settore ma anche sul Paese, visto che movimentiamo circa cinque miliardi». Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a 'Che tempo che fà su Rai2, parlando della possibile riapertura a giugno del campionato di serie A «a giugno». «Io non ho mai preso in considerazione l'idea di fermarci, non posso prendermi questa responsabilità. che lascio al governo. Non posso essere il becchino del calcio italiano», ha aggiunto, sottolineando che per quanto riguarda i rischi sanitari «è stato preparato un protocollo. che andrà validato, che garantisce la negatività di un gruppo chiuso, non vedo quindi questo tipo di preoccupazione».

Gravina: “Sto vivendo un dramma”

“Se il Governo desse il suo stop? Questa è una responsabilità che lascio a loro.
Io personalmente accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia. Il calcio italiano non è una monade che vive in maniera separata rispetto alle altre categorie del paese o a istituzioni internazionali, facciamo parte delle federazione europee e mondiali. Ma c'è il sentimento della speranza, anche”.
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