Inter, Conte imita Spalletti: si lamenta con la società, ma i numeri gli danno torto

Conte
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 28 Ottobre 2019, 10:30
Era Conte, ma sembrava Spalletti. Del resto, non c’è neppure tanto da sorprendersi. Sono i due massimi teorici della teoria del lamento pallonaro. Lamento nei confronti delle loro stesse società. Ecco, magari non ci si aspettava che Conte incominciasse così presto. Certamente una spinta gliel’ha data la sfortuna che gli ha tolto per periodi più o meno lunghi Sanchez, D’Ambrosio e Sensi. Ma non è che gli altri siano messi molto meglio: lasciamo stare la Roma primatista di tutti i record d’infortunati, ma la stessa Juventus ha già dovuto fare a meno di Chiellini, fino a chissà quando, di Ramsey, che praticamente non ha ancora cominciato la stagione e, con tempistiche di rientro più brevi, ma non indifferenti, di Danilo e Douglas Costa. Pure Ancelotti si trova a fare i conti con la fragilità dei suoi difensori, oltre che con l’inizio ai box di Milik. «Giocano sempre gli stessi, troppo dispendio fisico e mentale, dobbiamo fare delle valutazioni con la società» è la summa del Conte pensiero.

LA ROSA NON C’ENTRA
Poi vai a vedere i numeri e scopri che non è proprio così, o meglio che è così per tutti, con differenze finora non particolarmente significative. Sono 13 i calciatori dell’Inter che hanno più di 500 minuti di gioco nelle gambe. Quelli della Juventus sono 11 e quelli del Napoli, che di sicuro ha fatto più rotazioni di tutti, 10. E anche il totale dei calciatori impiegati varia in maniera poco significativa: 20 l’Inter, 21 la Juventus, 22 il Napoli. Piuttosto, nei ragionamenti che Conte farà con i dirigenti nerazzurri sarà interessante anche capire perché alcuni giocatori, in teoria utili a fare rifiatare i titolari, vengono impiegati così poco: in particolare Lazaro, pagato 21 milioni più bonus, e preso su indicazione proprio dell’allenatore e nonostante lo scetticismo degli osservatori del club (“E’ un attaccante, non può coprire l’intera fascia”), o lo stesso Borja Valero, che non avrà più la mobilità dei tempi belli, ma che è pur sempre un professore del centrocampo, capace di far girare, e anche rifiatare, la squadra nel momento del bisogno. Per non parlare dei rincalzi che entrano e danno poco (come Politano) o dei presunti titolari già entrati in conflitto con l’allenatore (come Godin). Insomma, più che al mercato prossimo venturo, forse sarebbe utile all’Inter che Conte pensasse a come continuare quel percorso di crescita che aveva imboccato a gran velocità. Nelle ultime partite invece la squadra sembra avere smarrito un po’ di voglia di fare. Spesso si accontenta di aspettare gli avversari, anziché aggredirli in tutte le zone del campo, come Conte ama da sempre. Ecco forse all’Inter servono non tanto nuovi giocatori, ma il vecchio Conte. Il Conte ottimista e propositivo. E perciò vincente.
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