Bayern, ecco Ancelotti l’anti-rivoluzionario. E Guardiola gli lascia un messaggio

Carlo Ancelotti
di Benedetto Saccà
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Lunedì 11 Luglio 2016, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 19:27

A 57 anni compiuti Carlo Ancelotti deve aver conquistato in definitiva l’arte (e il privilegio) di trovare l’armonia in ogni angolo del mondo. Così, questa mattina, Carlo si è presentato davanti alla platea dei cronisti bavaresi e, un paio d’ore più tardi, ha diretto in pantaloncini e maglietta il primo allenamento da tecnico del Bayern Monaco. In sala-stampa ha perfino tentato di parlare in un’incerta ma comprensibile lingua tedesca, suscitando gli applausi dei giornalisti. «Spero di lasciare un buon ricordo come lo ha lasciato Trapattoni, di cui non dimentico certo quella sua famosa conferenza (celebre per i riferimenti a Thomas Strunz..., ndr)», ha scherzato. Pure qui i giornalisti hanno liberato un applauso e qualche risata, a raccontare un clima comunque sereno.

Poi, con aria distesa ma decisa, Carlo ha spiegato il valore, e il peso, e la misura della propria missione bavarese. «Io non sento pressioni. Sono qui per continuare la tradizione del calcio offensivo e non per fare rivoluzioni», ha scandito. Eccolo, allora, il nodo. Quando il Bayern nel 2013 decise di affidarsi a Guardiola, scelse di costruirsi una nuova identità attraverso la genialità tattica di Pep. A pensarci, però, l’esperimento ha tutt’altro che convinto i dirigenti del club: o forse li ha molto spaventati. Di qui l’idea tedesca di virare sulla solidità di Ancelotti. Quanto a Guardiola, va annotato che ha lasciato nello spogliatoio del Bayern un messaggio di auguri per Carlo. «Con tanta stima, un grande in blocca al lupo!», ha scritto Pep in italiano. «Già, è stato molto carino», ha confidato Ancelotti, placido, prima di correre a godersi le note di una banda musicale locale sul prato dell’Allianz Arena.
 

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