Italia-Inghilterra, arrestati i tifosi inglesi che hanno insultato Rashford, Sancho e Saka sui social per i rigori sbagliati

Arrestati i tifosi che hanno insultato Rashford, Sancho e Saka sui social
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Giovedì 15 Luglio 2021, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 00:03

L'Inghilterra del mondo del pallone si era schierata al loro fianco, e ci mancherebbe. Ma non solo il calcio ha deciso di condannare in maniera dura gli insulti razzisti, arrivati sui social, a Marcus Rashford, Bukayo Saka e Jadon Sancho, colpevoli di aver sbagliato i rigori decisivi nella finale di Euro 2020 della squadra di Gareth Southgate contro la nostra Italia, che ci sono valsi il secondo titolo di campioni d'Europa.

L'indagine in corso ha portato, infatti, ad alcuni arresti: quattro persone sono state arrestate dalla polizia, come riferisce il National Police Chiefs' Council sul proprio sito.

Il commissario capo Mark Roberts in una dichiarazione ha mandato un avvertimento ai responsabili non ancora individuati: «Se ricostruiamo che siete dietro questo crimine, vi rintracceremo e affronterete serie conseguenze per le vostre vergognose azioni».

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«Mi sono preso qualche giorno per riflettere sulla finale di domenica scorsa e tuttora provo un miscuglio di emozioni. Vorrei chiedere perdono ai miei compagni, allo staff tecnico e, soprattutto, ai tifosi che ho deluso. Questo è, sicuramente, il peggior sentimento che ho avvertito nella mia carriera, ed è difficile spiegarlo con le parole». Comincia così una lunga lettera aperta postata sui social da Jadon Sancho, uno dei tre calciatori che hanno sbagliato i rigori nella finale europea a Wembley e che poi hanno subito raffiche di insulti, molti dei quali a causa del colore della loro pelle.

«In questo torneo ci sono stati tanti aspetti positivi da cui trarre degli insegnamenti - continua il 21enne calciatore appena passato dal Borussia Dortmund al Manchester United - anche se pensiamo che questa sconfitta continuerà a farci male per parecchio tempo». Il mio primo pensiero prima di qualsiasi partita - continua ancora Sancho - è "oggi posso aiutare la squadra?", "oggi segnerò o creerò delle occasioni?". E questo è esattamente ciò che avrei voluto fare con il mio rigore: aiutare la mia squadra. Ero pronto e fiducioso nel tirarlo. Questi sono i momenti che uno sogna da bambino, e per i quali gioca a calcio, le situazioni di pressione in cui vuoi trovarti come calciatore. Ho segnato rigori a livello di club, mi sono esercitato innumerevoli volte con il club e la nazionale, e quindi ho scelto il mio angolo, però questa volta ero destinato a non fare centro».

Detto che «tutti avevamo le stesse ambizioni e lo stesso ambizioni, volevamo portare a casa quel trofeo», Sancho passa al tema che più gli sta a cuore: «non farò finta di non aver percepito gli insulti razzisti che i miei fratelli Marcus, Bukayo (Rashford e Saka ndr) e io abbiamo subìto dopo la partita, però purtroppo non c'è nulla di nuovo. Come società dobbiamo migliorare e responsabilizzare queste persone. Ma l'odio non vincerà mai. A tutti i giovani che hanno subito abusi di questo tipo, dico di continuare ad andare in giro a testa alta e che continuino ad inseguire i loro sogni». «Sono orgoglioso - conclude - di questa nazionale inglese e di come abbiamo unito tutto il paese dopo 18 mesi che sono stati difficili per tanta gente».

 
 
 
 

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