Tocci sorprende anche se stesso: il suo tuffo da 1 metro diventa d'argento

Tocci sorprende anche se stesso: il suo tuffo da 1 metro diventa d'argento
di Piero Mei
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Martedì 10 Maggio 2016, 23:21 - Ultimo aggiornamento: 23:26
Un tuffo a sorpresa, anzi sei: l’intera serie di finale. E’ con questa che Giovanni Tocci, ragazzo di Calabria, classe ’94, ventidue anni non ancora compiuti, è arrivato all’argento europeo ai campionati continentali in corso a Londra. Gara da un metro, non olimpica ma sempre qualificante specie per un giovane come Tocci, sul quale molto si fa affidamento nel settore, anche considerato il probabile-sicuro ritiro di Tania Cagnotto dopo i Giochi di Rio. Tocci era arrivato alla finale dopo aver rischiato l’affogamento: nei preliminari di mezzogiorno passata la terza serie Giovanni era al ventesimo posto. E’ stato lì che ha dimostrato di che carattere dispone: tutto o niente. Ha rischiato i suoi tuffi ed il rischio ha pagato. E’ risalito in classifica fino al nono posto e si è qualificato per la sera. Sarà dura, si diceva, pensando a russi, ucarini e compagnia tuffante. Dura sì, ma non abbastanza da far abbassare la guardia a Tocci che anzi, sotto quell’aria mite, che neanche la barba riesce a far cattiva, deve essere un tipo di ferro. Così basta leggere il podio: primo l’ucraino Kvasha con 439,70 punti, secondo l’azzurro con 414,30, terzo l’austriaco Blaha con 402.55.

PRIMATO PERSONALE
Per Tocci questo è il record personale. Era da Torino 2009 che un azzurro non saliva sul podio europeo dei tuffi; accadde uguialmente da un metro con Cristopher Sacchin, che fu d’argento pure lui. Anche nella finale Giovanni ha cominciato con una classifica da nono posto; poi, come era accaduto già, la risalita. Con un triplo e mezzo avanti è riouscito a balzare dal quinto al secondo posto. Gli 83,70 dell’ultimo tuffo, un doppio e mezzo rovesciato, gli hanno dato il punteggio più alto dell’intero lotto dei 72 tuffi.Tocci ha parlato di emozione indescrivibile, anche perché, ha detto, avevo un fastidio alla schiena. Poi mi sono scaldato ed ho recuperato.

«POTEVO ANCHE FAR MEGLIO»
Dice anche che poteva fare di più, ma è strafelice, partola sua. Racconta di aver guardato la classifica prima dell’ultimo tuffo e di aver sentito una particolare emozione ma anche di essersi imposto di controllarla. «Avevo detto che puntavo alla medaglia; pensavo di aver esagerato, ma non è stato così», ha anche detto parlando di gara regolare nella finale rispetto a quella del mattino. «Ero a meno venti dalla qualificazione, pensavo di non farcela, e invece...». Ora l’aspetta la gara del tuffo sincronizzato, ma rischia di non poter partecipare perché il suo compagno di team, Chiarabini, si è fermato per il mal di schiena. «Ci tengo molto, sarebbe importante per Rio, un test con un nuovo tuffo che vorrei tanto provare».  Dice Tocci: capisco quel che ho fatto di solito il giorno dopo. E’ come dare appuntamento a domani per le sensazioni d’argento.
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