Golf, agli Open Championship il più atteso è Jordan Spieth, favorito dai pronostici può centrare uno storico record

Golf, agli Open Championship il più atteso è Jordan Spieth, favorito dai pronostici può centrare uno storico record
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Luglio 2015, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 20:09
Sul percorso dell'Old Course di St. Andrews, un autentico tempio del golf, a Fife in Scozia scatta il 144° Open Championship (16-19 luglio), il terzo major stagionale. In campo l'élite mondiale, che comprende anche gli azzurri Francesco Molinari, Edoardo Molinari e Matteo Manassero, i quali lo scorso anno furono protagonisti di un'ottima prestazione collettiva ottenendo rispettivamente il 15°, il settimo e il 19° posto.

Alla vigilia la scena se l'è presa tutta il quasi 22enne texano Jordan Spieth, non tanto per essersi presentato in Scozia dopo aver vinto la scorsa settimana il John Deere Classic, con una rimonta iniziata dal 101° posto, quanto perché ha la possibilità di compiere una straordinaria impresa. Infatti con una vittoria diventerebbe il secondo giocatore nella storia ad assicurarsi di fila i primi tre major stagionali (già suoi Masters e US Open), affiancando Ben Hogan che ci riuscì nell'ormai lontano 1953, e centrerebbe il suo obiettivo primario, ossia di divenire il nuovo numero uno al mondo a scapito del nordirlandese Rory McIlroy che, comunque, gli ha agevolato il compito perché, giocando a calcio con degli amici, ha subito la rottura del legamento della caviglia sinistra con danni anche alla capsula.

Una leggerezza incomprensibile per un campione del suo calibro che non gli permetterà di difendere il titolo, conquistato lo scorso anno al Royal Liverpool, e che gli costerà comunque la leadership mondiale, poiché se Spieth non andrà a segno questa volta sicuramente avrà modo di sorpassarlo a breve termine, vista la condizione di forma straripante e la sua determinazione. Inoltre il texano, sempre in caso di successo, potrebbe poi mirare nel successivo PGA Campionship (13-16 agosto) a firmare i quattro major nella stessa stagione. Prodezza riuscita solamente a un giocatore straordinario, quale fu Bobby Jones, quasi un secolo fa (1930).

La scelta di Spieth di preparare in patria l'Open Championship e di giungere a St. Andrews solo di lunedì, costretto a combattere con il cambio di fuso orario e con meno tempo per provare il campo, ha lasciato un pò perplessi, ma lui ha rassicurato tutti che domani, giovedì, sarà prontissimo sul tee di partenza. «Non avrei mai giocato la scorsa settimana se non fossi stato sicuro di essere poi qui al top. In realtà l'unico problema è il jet lag, ma si supera.
Sono andato sul percorso appena arrivato, poi ho fatto altre buche in buone condizioni e mi sarebbe invece piaciuto verificarlo con il vento, per comprenderlo meglio. So che nei prossimi giorni sono previsti vento e pioggia e credo che l'essenza di giocare in questi tracciati sia proprio quella. Se avessi voluto trovare sole e bel tempo sarei andato in California».

Con un field fatto di quasi tutti campioni Spieth per forza di cose non avrà vita facile. In tanti hanno le carte in regola per assicurarsi il major e in particolare si lasciano preferire Dustin Johnson - smanioso di prendersi una rivincita dopo aver praticamente regalato l'US Open allo stesso Spieth - Phil Mickelson, Rickie Fowler, Jim Furyk, Matt Kuchar, Bubba Watson, Patrick Reed, Keegan Bradley, l'inglese Justin Rose, il tedesco Martin Kaymer, gli australiani Adam Scott e Jason Day, lo svedese Henrik Stenson e lo spagnolo Sergio Garcia.

Ha buone possibilità anche Francesco Molinari, molto convincente nelle ultime uscite, mentre Tiger Woods non riscuote particolare credito alla luce di una stagione fatta quasi tutta di ombre. Non sembrano al meglio, ma hanno parecchia classe per poter riemergere in qualsiasi momento, gli inglesi Luke Donald, Ian Poulter, Paul Casey, Lee Westwood, che ha una delle ultime occasioni per dotare il suo palmares di un major, il nordirlandese Graeme McDowell, i sudafricani Ernie Els, Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen e l'irlandese Padraig Harrington.
© RIPRODUZIONE RISERVATA