Ciclismo, Van der Poel: «Vinco a Sanremo per nonno e Pantani»

Van der Poel
di Carlo Gugliotta
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Venerdì 19 Marzo 2021, 07:30

Partire da favorito numero uno per il successo finale è ormai scontato per Mathieu Van der Poel. Il corridore olandese sarà l’uomo da battere domani alla Classicissima di primavera, la Milano-Sanremo. L’asso del ciclismo su strada e del ciclocross è pronto a dire la sua anche nella prima classica Monumento della stagione, la più difficile da interpretare, soprattutto a causa del chilometraggio che sfiora i 300 km. I numeri sembrano essere tutti dalla parte dell’olandese, che ha già ottenuto un successo di tappa allo UAE Tour, il trionfo alla Strade Bianche e due vittorie alla Tirreno-Adriatico, di cui una arrivata dopo una fuga solitaria di 50 km. Qualora riuscisse ad imporsi alla Sanremo scriverebbe il proprio nome nell’albo d’oro della corsa 60 anni dopo la vittoria di suo nonno, Raymond Poulidor. E al via sarà con il dorsale numero 21, quello con il quale Marco Pantani vinse il Tour de France del 1998. 
L’anniversario della vittoria di suo nonno può essere una motivazione in più?
«Vincere la Sanremo è una motivazione importante di per sé. Vincere significa entrare nella storia, quindi non ho bisogno di ulteriori motivazioni. È chiaro che sarebbe bellissimo vincere là dove ci è riuscito anche mio nonno». 
Si sente sotto pressione, quasi obbligato a vincere? 
«Non molto. Penso semplicemente al fatto che sarebbe bello vincere questa corsa. Molti mi indicano come principale favorito insieme con Julian Alaphilippe e Wout Van Aert, ma loro sono avvantaggiati rispetto a me perché hanno già vinto la Sanremo negli ultimi due anni. Sono realista: in molte gare sono già stato indicato come favorito numero uno per il successo, ma sono consapevole del fatto che non posso vincere tutte le corse. La possibilità di perdere è sempre più grande della possibilità di vincere».
Cosa fa per gestire la pressione pre-gara? 
«Cerco di non pensare troppo alla corsa. Passo il tempo con i miei compagni, oppure guardo delle serie televisive. Un’altra cosa che mi piace fare è giocare ai videogiochi. Insomma, cerco di tenere la mente sgombra».
Quale può essere la tattica ideale per vincere? 
«È difficile da dire. La corsa sfiora i 300 km, e non è detto che in uno sprint dopo così tanti chilometri possa vincere il più forte. Sarebbe estremamente bello portare via un piccolo gruppo sulla Cipressa, perché il Poggio non è così ripido da permettere di fare la differenza. Il problema è che la Cipressa è lontana dal traguardo e sul Poggio si sale su molto velocemente. La Sanremo è la corsa più difficile da vincere perché non ci sono molti punti in cui è possibile forzare il ritmo». 
Domenica ha vinto dopo più di 50 km di fuga solitaria a Castelfidardo: quell’azione così bella, ma così dispendiosa, potrebbe avere strascischi di stanchezza?
«Credo di no, per sabato mi sento in buona forma. Penso di aver recuperato bene da quella tappa della Tirreno-Adriatico, che si è disputata sotto la pioggia. Non credo che quell’azione possa avere un impatto sulla Sanremo, né in senso positivo né in senso negativo. Negli anni precedenti ho notato che quando mi sono spinto oltre il mio limite sono riuscito a migliorare. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per riprendermi, ma dopo quella vittoria ho dovuto solo affrontare le ultime due tappe della Tirreno, che non sono state difficili per me. Quindi penso di aver recuperato a sufficienza». 
Alaphilippe e Van Aert sono i principali favoriti per sabato insieme a lei, ma ci sono degli altri avversari da tenere d’occhio? 
«Sicuramente c’è Michael Matthews. Negli ultimi anni ha sempre fatto bene alla Milano-Sanremo e l’ho visto molto in forma alla Parigi-Nizza. Credo sia uno degli uomini da tenere d’occhio nel finale di corsa». 
Lei passa dalla bici da ciclocross a quella da corsa con grande facilità. Qual è il suo segreto per andare forte dappertutto, anche in mountain bike? 
«Per me è una cosa normale, è una mentalità che mi porto dietro da sempre.

Nel corso dell’inverno ho avuto buone sensazioni sulla bici da corsa, anche durante la stagione del ciclocross, ed è per questo motivo che mi sono presentato già in forma».

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