Comi, direttrice della scuola di danza dell'Opera: «Il talento è nello sguardo»

Laura Comi, direttrice della scuola di danza del Teatro dell'Opera di Roma
di Simona Antonucci
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Domenica 28 Ottobre 2018, 21:56
Dirige la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma dove entrò quando aveva 8 anni: Laura Comi ha festeggiato domenica 28 ottobre con i suoi allievi al Teatro Nazionale i 90 anni dell’istituzione.

Le prime scarpette?

«Qui al Teatro dell’Opera. Il primo corso l’ho vissuto nell’attesa di passare al secondo e indossare quelle da punta».

Le ultime?
«Agosto 2011, Aida a Caracalla. È stata l’ultima volta che ho ballato. Lasciare è doloroso. Ti cambia la vita».

Come si arriva alla decisione di smettere?
«Te lo dice il fisico».

Alcune sue colleghe sono rimaste in scena fino a grandi.
«Casi eccezionali».

Lei vede ballare centinaia di bambini e ragazzi: come si accorge che sta nascendo una stella?
«Il talento si avverte dallo sguardo, si riconosce dall’anima: da quello che un ballerino prova e trasmette».
I talent tv condizionano i sogni degli allievi?
«Sono figli dei tempi. E quindi anche della tv. Che comunque aiuta a diffondere la nostra arte».

Quante ore al giorno alla sbarra?
«Dalle 14 alle 20. Dipende dalle età. Non è come fare un corso di nuoto».

90 anni: una delle tre scuole sopravvissute in Italia. Che cosa direbbe al ministro della Cultura?
«Nelle scuole legate ai teatri, oltre a studiare, si balla negli spettacoli in cartellone. Un tirocinio fondamentale».

Il cibo è ancora un incubo?
«L’eccessiva magrezza è un problema che non riguarda soltanto la danza. Noi siamo legati agli specialisti di Tor Vergata».

A che cosa fa bene la danza?
«Aiuta a elaborare le emozioni.
E forma il carattere». 
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