Il ristorante che fa da ambientazione alla prima strofa del brano è lo stesso in cui i due protagonisti della canzone sono già stati in passato: una vecchia osteria del centro storico o magari di Trastevere, chissà. Lì dentro è tutto uguale, come sospeso nel tempo. Anche le reliquie sportive appese ai muri sembrano eterne: «Totti ovunque alle pareti e maglie della Roma», canta il rocker di Correggio nei primi due versi del brano. È cambiato solo il cameriere. Il vecchio oste cordiale e dall'aria bonacciona di una volta - un esemplare in via di estinzione - è stato rimpiazzato da uno impaziente e sbrigativo, «troppo brusco». «Non è quello di una volta», fa notare lui. «Ma dai, non è così importante che sia tutto uguale», risponde lei. Raramente lo spirito di Roma è stato raccontato con la stessa precisione e l'aderenza con le quali Ligabue ritrae la Città Eterna nel suo nuovo singolo, Una canzone senza tempo, da oggi in radio e sulle piattaforme. Il brano, seconda anticipazione - dopo il primo singolo Riderai, pubblicato lo scorso aprile - dell'album Dedicato a noi, che uscirà il 22 settembre, è un omaggio a suo modo spiazzante alla Capitale.
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Spiazzante, sì. Perché a cantare di Roma, del suo fascino e dei suoi miti non è un romano, stavolta. Ma un «forestiero», che però con la sua sensibilità riesce a catturare l'essenza della città e a restituirla attraverso i versi della sua canzone, facendo di Roma lo sfondo ideale di una storia d'amore cinematografica che sembra sfidare il tempo e resistergli: «Perché se è vero che Roma è la Città Eterna - spiega Ligabue - allora è proprio lì che il tempo ha un altro valore, nonostante i cambiamenti. Ed è proprio Roma, con i suoi difetti, certo, ma anche con tutto il suo incanto, a essere la cornice più giusta per una storia senza tempo». Con quel distacco da forestiero, appunto, il 63enne rocker emiliano trova della poesia anche tra gli autobus che vanno a fuoco e i tassisti che maledicono «le famose buche». Tanto Roma si fa perdonare con i suoi scorci: «Da Monte Mario, guarda che presepio», canta Ligabue. È in quegli scorci che si perde la protagonista del videoclip, disponibile sempre da oggi, inevitabilmente girato tra le strade e i vicoli della Capitale, interpretata dalla 21enne attrice leccese - padre di origini nigeriane e madre pugliese - Coco Rebecca Edogamhe, che i giovanissimi hanno conosciuto grazie alla popolare serie Netflix Summertime, prima di ritrovarsi in mezzo al prato dell'Olimpico sotto al palco di un concerto dello stesso Ligabue.
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