Il capolavoro verdiano, considerato dai critici più vicino a canoni operistici che liturgici, è paragonabile alle composizioni sacre immortali composte da Cherubini, Mozart, Brahms o Berlioz. Il Requiem fu concepito originariamente per commemorare la morte di Rossini avvenuta nel 1868; l’idea di Verdi era che «ad onorare la memoria di Rossini i più distinti maestri italiani componessero una Messa da Requiem da eseguirsi nell’anniversario della sua morte». Il progetto si rivelò irrealizzabile ma Verdi aveva nel frattempo composto il Libera Me, nucleo centrale del futuro Requiem. Pochi anni più tardi, nel 1873, Verdi rimase impressionato profondamente dalla morte di Alessandro Manzoni e decise di «proporre cosa ad onorarne la memoria» rimettendo mano al vecchio progetto del Requiem. La prima esecuzione del capolavoro avvenne a Milano il 22 maggio 1874, primo anniversario della morte del grande scrittore. Ancora oggi la partitura resta stupefacente per la forza dei contrasti e l’alternarsi di momenti di trascendenza e di esplosioni apocalittiche terrificanti.
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