Casa del Jazz, tutti i concerti dell'estate: un fiume di musicisti e band da mezzo mondo

David Murray Trio
di Fabrizio Zampa
12 Minuti di Lettura
Sabato 29 Maggio 2021, 19:42

La Casa del Jazz, che da parecchi anni trova spazio nell’insieme di edifici di Villa Osio (viale di Porta Ardeatina 55, che a suo tempo fu sequestrata ai boss della Banda della Magliana), ha uno splendido parco, con ampio spazio per un palcoscenico dove ogni estate si svolgono numerosi concerti e dove si possono seguire le regole stabilite per limitare i rischi della pandemia. Anche quest’anno il cartellone è ricco e di qualità, e ve lo presentiamo al completo di tutti i dettagli per darvi la possibilità di una scelta precisa e ragionata. Altre informazioni su www.auditorium.com e su https://casadeljazz.com

La rassegna del 2021 prende il via lunedì 7 giugno con un doppio live del trombonista Dino Piana (definito dal trombettista Enrico Rava uno dei jazzisti italiani più amati e più richiesti in Europa, uno dei padri storici del jazz moderno in Italia e fonte d’ispirazione per tutti i giovani trombonisti negli anni a venire) e del trombettista Francesco Fratini. In sestetto con Rava (tromba e flicorno), Franco Piana (flicorno) il pianista Julian Oliver Mazzariello, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria, Dino propone i brani dell’ultimo album Al gir dal bughi (al giro del boogie) che nasce dal racconto del primo incontro fra lui e Rava in una jam session di oltre sessant’anni fa, e che offre grandi standard del jazz, da Bernie’s Tune a Polka Dotz and Moonbeams e Everything Happens to Me. E nella stessa serata, con il pianista Domenico Sanna, il bassista Gabriele Romagnoli e il batterista Matteo Bultrini, Fratini, che si muove tra Roma e New York, propone dal vivo The best of all possible worlds, il suo nuovo progetto discografico.

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Martedì 8 la vocalist Ada Montellanico presenta con il francese Michel Godard (straordinario solista di tuba e di serpentone, il cui nome dice tutto: ò uno strumento a fiato a forma di grande serpente) il progetto WeTuba, insieme a tre giovani musicisti: Simone Graziano al pianoforte, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Bernardo Guerra alla batteria.

Mercoledì 9 arriva il clarinettista e bandoneonista francese Michel Portal, 85 anni ma più attivo che mai, che con Nils Wogram al trombone, Bojan Z alle tastiere, Julien Herné al basso e Stephane Galland alla batteria presenta il suo nuovo album MP85, viaggio fra ritmi, suoni e ispirazioni di mezzo mondo a partire dall’Africa.

Giovedì 10 sbarcano il trombonista Gianluca Petrella e il vibrafonista Pasquale Mirra: gli ingredenti sono due strumenti acustici dal timbro diverso, incursioni elettroniche, equilibri tra melodia, ritmo e armonia, ai quali segue il dj set di Nicola Conte. Venerdì 11 è la volta del pianista inglese Bill Laurance, che fa parte del gruppo funk Snarky Puppy, e del contrabbassista di Brooklin Michael League, vincitore di tre Grammy Award: per la prima volta in semplice duo invece che con folte formazioni.

Lunedì 14 giugno è di scena il pianista Enrico Pieranunzi in un concerto da solista, nel quale passa da brani Gershwin a composizioni di Scarlatti, dal blues al jazz o un brano originale che racconta una storia tutta sua. La musica di Pieranunzi dà voce al desiderio di superare il confine interpretativo, e Enrico, dicono i suoi tanti fedeli, si prende la libertà di interpretare sè stesso. Martedì 15 arriva un altro pianista: è Danilo Blaiotta, giovane talento del jazz italiano, con Departures, il suo album d’esordio: lo propone in trio con Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Valerio Vantaggio alla batteria, ed è un disco ispirato alla musica del Novecento.

Giovedì 17 giugno c’è un duo al femminile da non perdere: la vocalist Chiara Civello e la pianista Rita Marcotulli si sono incontrate anni fa nientedimeno che grazie al grande Pino Daniele, hanno poi fatto alcune cose insieme, come un concerto al Quirinale e un live in Sicilia nel dicembre 2020, ma a Roma sono per la prima volta insieme sul palco della Casa del Jazz: anche senza sapere che cosa faranno, beh, il fascino della coppia è fuori discussione.

E il 19 giugno c’è un’altra coppia di gran classe: sono il trombettista Enrico Rava e il pianista Danilo Rea. Nel corso degli anni avevano già collaborato sia in duo che nell’indimenticabile tour europeo di Complete Reunion, un gruppo che comprendeva Gato Barbieri, Ben Street e Clarence Penn. Recentemente si sono incrociati all’aeroporto di Londra e nell’attesa di prendere il volo hanno deciso di dar vita a un nuovo sodalizio con un repertorio di brani celebri di Chet Baker, di Miles Davis, di Joao Gilberto e via di questo passo. Come resistere alle riletture raffinate e mai banali di due grandi maestri del jazz?

Domenica 20 giugno trovate fianco a fianco la poesia di Pier Paolo Pasolini e quella del jazz. Pasolini amava Torpignattara, la Marranella, il Pigneto, la prima Borgata Gordiani, e lì, nella realtà violenta della periferia degli anni 60, girò il film Accattone. Stasera le parole di Pasolini si animano nell’interpretazione di Valerio Mastandrea e sul jazz del Perfect Trio, gruppo in bilico tra tradizione e nuove sonorità: sono il batterista e compositore Roberto Gatto, Alfonso Santimone al piano Fender Rhodes e Pierpaolo Ranieri al basso.

Mastandrea ha già incontrato la figura di Pasolini nell’omonimo film di Abel Ferrara.

Six voices for a voyager è l’ultimo progetto di Massimo Nunzi, già bandleader, trombettista e compositore, che il 21 giugno offre dal vivo la sua musica vocale ispirata dal cinema, dal teatro e dalla televisione. L’ha realizzata negli ultimi anni e nella performance di oggi la affida alla vocalist Elisabetta Antonini e a una band che schiera il chitarrista Fabio Zeppetella, il sassofonista Massimiliano Milesi, il pianista Domenico Sanna, Giulio Scarpato al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria.

L’European Galactic Orchestra diretta dal trombettista bresciano Gabriele Mitelli, in scena il 22 giugno, riunisce tante diverse anime musicali, che vengono da Francia, Svezia, Inghilterra, Italia e Olanda per ricomporre il mosaico di un'infinita serie di incontri e abbracciare con un solo sguardo la vastità dei territori attraversati. Una chiamata a raccolta alla quale ha risposto un manipolo di improvvisatori da ogni angolo del continente: ci sono Giancarlo Nino Locatelli (clarinetto, arrangiamenti), Sebi Tramontana (trombone), Luca Tilli (violoncello), Alexander Hawkins (pianoforte), Pierre Borel (sassofoni), Cristophe Rocher (clarinetto), John Edwards (contrabbasso), Cristiano Calcagnile (batteria), Tobias Delius (sassofoni), Per Åke Holmlander (tuba), Christelle Sery (chitarra). L’idea, per intenderci, è di planare sugli anelli di Saturno in compagnia di Duke Ellington, Misha Mengelberg e Sun Ra.

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Il 23 giugno c’è il nuovo quintetto del sassofonista Gabriele Coen, che dopo i recenti omaggi a Kurt Weill e John Zorn, presenta, con gli arrangiamenti di Andrea Avena, un originale omaggio a Leonard Bernstein, uno dei più grandi musicisti del Novecento, compositore, pianista, direttore d’orchestra e didatta. In scaletta dalle canzoni più note di West Side Story alla produzione meno nota di ispirazione ebraica, Ilana the Dreamer, Yigdal e Chichester Psalms. Con Coen il violoncello di Benny Penazzi, il piano di Alessandro Gwis, il contrabbasso di Danilo Gallo e la batteria di Zeno De Rossi, ospite al basso elettrico Andrea Avena.

Venerdì 25 torna sulla scena il sassofonista argentino Javier Girotto, che presenta in trio con Gianni Iorio al bandoneon e Alessandro Gwis al pianoforte Tango Nuevo Revisited, una nuova registrazione dello storico disco, inciso nel lontano 1974, che vide l'incontro del tango con il mondo del jazz, ovvero tra l’ultimo innovatore del tango Astor Piazzolla e il baritonsassofonista Gerry Mulligan.

Sabato 26 giugno doppio concerto dedicato agli artisti e ai loro nuovi progetti per la Parco della Musica Records. Apre il duo formato dal trombettista Giovanni Falzone e dal pianista Glauco Venier, già al fianco di Kenny Wheeler e Norma Winstone, mentre nella seconda parte della serata c’è un nuovo quintetto di un maestro del jazz italiano, il contrabbassista Giovanni Tommaso, con il progetto As Times Goes By: sul palco sua figlia, la vocalist Jasmine Tommaso, il pianista Claudio Filippini, il chitarrista Andrea Molinari, il batterista e percussionista Alex “Pacho” Rossy.

Domenica 27 c’è l’Ensemble dell’attrice e compositrice Cristiana Polegri e del chitarrista e compositore Roberto Spadoni: i due presentano A proposito di Henry, un omaggio all’opera di Henry Mancini, ospiti il marito di Stefania, l’attore Stefano Fresi, il sassofonista Maurizio Giammarco e il trombettista Giovanni Falzone.

Mercoledì 30 è in cartellone il sassofonista Stefano Di Battista con un progetto che già dal nome suona benissimo: è Morricone Stories, un  viaggio fra le grandi musiche per il cinema di Ennio Morricone, una miniera inesauribile, un tesoro di fantasie del pensiero associate a immagini di ogni genere, visto che il Maestro ha sonorizzato qualcosa come cinquecento film. Sono composizioni che il leader e la sua band riscoprono in versione jazz. Con Di Battista (alto e soprano sax) suonano il pianista Fred Nardin, il contrabbassista Daniele Sorrentino e il batterista André Ceccarelli.

Giovedì 1 luglio arriva Giornale di Bordo, eccellente formazione che vede fianco a fianco tre musicisti sardi, cioè Antonello Salis al pianoforte e alla fisarmonica, Gavino Murgia ai sax e Paolo Angeli con la sua chitarra sarda “preparata”, più il batterista afroamericano Hamid Drake. Quello del gruppo è un viaggio tra avanguardia jazz e colori multietnici che vede in scena quattro musicisti eclettici, dalle spalle larghe e dalle importanti carriere a livello internazionale, che hanno scelto di vivere in più luoghi, ascoltare più storie, sentire più voci. L’idea nasce ovviamente in Sardegna sotto forma di progetto speciale per un quartetto senza un vero leader, che fa snodare la sue trame sonore con abilità, colore e forza creativa. Roba di classe, ascoltare per credere.

Venerdì 2 è la volta del trio del pianista tedesco Marcus Schinkel, che insieme al bassista Fritz Roppel e al batterista Wim de Vries, ospite il violinista romano Viero Latini Menapace, offre Crossover, un insieme di nuovi arrangiamenti jazz di alcune composizioni di Ludwig van Beethoven, brani di Chick Corea e di Astor Piazzolla, che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni.

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Lunedì 5 arriva un altro trio: è quello del pianista e compositore Fred Hersch, 65 anni, americano di Cincinnati, Ohio, già partner di Toots Thielemans, Joe Henderson, Charlie Haden, Art Farmer, Stan Getz, Bill Frisell. Con lui Drew Gress al contrabbasso e Joey Baron alla batteria, musicisti che Hersch frequenta regolarmente da molti anni. Ancora un trio sul palco giovedì 8: sono tre star europee, ovvero il pianista Enrico Pieranunzi, il batterista francese André Ceccarelli, icona del jazz transalpino, e il contrabbassista danese Thomas Fonnesbaek, che dispensano fantasia, feeling e creatività.

Dieci giorni di pausa e domenica 18 si ricomincia alla Casa con il quartetto che riunisce il pianista Franco D’Andrea (già con lo storico gruppo Perigeo, protagonista del nostro jazz rock, ha alle spalle più di 200 album) e il trombettista del New Jersey Dave Douglas (anche lui partner di molte star del jazz). Con i due, amici e complici di vecchia data, la contrabbassista italiana Federica Michisanti e il batterista Dan Weiss, anche lui dal New Jersey. La nuova formazione suonerà musiche di Douglas e D'Andrea.

Giovedì 22 tocca al quartetto del trombettista Fabrizio Bosso, che presenta l’album WE4, realizzato subito dopo il confinamento forzato della pandemia con il pianista Julian Oliver Mazzariello, il contrabbassista Jacopo Ferrazza e il batterista Nicola Angelucci. Sono brani scritti appositamente dai musicisti, con una composizione a 4 mani di Bosso e Mazzariello e due pezzi che portano la firma di tutti e quattro.

Sabato 24 è la volta del famoso trombettista israeliano Avishai Cohen, passato per il Berklee College of Music di Boston, terzo al concorso per tromba Thelonious Monk del 1997 e da allora di base a New York. La sua band Big Vicious (lui alla tromba, al sintetizzatore e agli effetti), il chitarrista Uzi Ramirez, il bassista Yonatan Albalak, il batterista Aviv Cohen e Ziv Ravitz all’elettronica) mescola musica ambient, groove, improvvisazione, psichedelia, ritmi del rock, pop, trip-hop e altro ancora. Un approccio aperto che va, a conti fatti, dai brani dei Massive Attack alle partiture di Beethoven.

Passiamo al 4 agosto con Recordando Piazzolla y Gardel, il progetto che si riaggancia all’omaggio a Astor Piazzolla fatto nel 2001 dal sassofonista Javier Girotto e dal bandoneonista Daniele Di Bonaventura, che riconobbero il compositore scomparso nel 1992 come colui che rivoluzionò l’idea del tango. Stavolta l’omaggio va a Piazzolla e a quel Carlos Gardel, morto nel 1935, che fu il suo più grande interprete. Girotto, con Gianni Iorio al bandoneòn e un quintetto d’archi (Pierluigi Pietroniro e Sonia Frattini ai violini, Francesco Negroni alla viola, Elisabetta Cagni al violoncello e Maurizio Raimondo al contrabbasso) propone un concerto per bandoneon, sax e archi con composizioni di Piazzolla (Jeanne y Paul; El Penultimo; Mort; Cafè 1930; La Felure...) e di Gardel (Por una cabeza, Sus ojos se cerraron, Lejana tierra mia...) ma anche composizioni originali a loro dedicate scritte da Girotto (Madres, Passione in fuga, Medellin 1935, Dedicado a…).

 Il 27 agosto la band degli Avion Travel celebra i suoi 40 anni on the road con la tappa romana del suo Opplà Tour, stesso nome dell’album che il gruppo incise nel 1993, nel periodo creativamente più fertile della band campana dal 1990 al 2000. Il vocalist Peppe Servillo, il sassofonista Peppe D’Argenzio, il pianista e tastierista Duilio Galioto, il bassista Ferruccio Spinetti e il batterista Mimì Ciaramella suonano i loro hit vecchi e nuovi nati in ben quattro decenni di attività.

Sabato 28 agosto arriva il Brave New World Trio di David Murray (sax tenore e clarinetto basso, da Oakland, California), Bradley Jones (basso, da New York) e Hamid Drake (batteria e voce, da Monroe, Louisiana): sono tre fra i più grandi musicisti afroamericani contemporanei, nonché una fra le migliori sezioni ritmiche del jazz a livello internazionale. Offrono performance ricche e trascinanti, da non mancare specie per gli appassionati.

Mercoledì 1 apre gli appuntamenti di settembre lo Youth Ensemble del pianista Enrico Pieranunzi, che ha dato vita a una formazione di giovani emergenti con i quali rilegge il suo repertorio di brani originali: un gruppo di speranze del jazz italiano, un segno di speranza nel futuro. Al suo fianco Valentina Ranalli, napoletana, 34 anni, vocalist e autrice dei testi che raccontano i brani composti da Enrico, il batterista ventenne Cesare Mangiocavallo, il contrabbassista ventiseienne Giuseppe Romagnoli e il trombettista ventitreenne Giacomo Serino.

Martedì 14 settembre è la volta di due musicisti italiani doc, cioè Fabrizio Bosso alla tromba e Rosario Giuliani al sax alto e soprano, che guidano il quartetto completato da Alberto Gurrisi all'organo (alle note del basso ci pensa lui) e Marco Valeri alla batteria, esibendosi in un repertorio sia di standard che di composizioni originali, tutte dalle forti connotazioni ritmiche.

Venerdì 17 settembre arriva la nuova formazione del contrabbassista Paolo Damiani con il progetto Memorie Future: sono la vocalist Diana Torto, il trombettista Giovanni Falzone, il sassofonista Daniele Tittarelli e il batterista Alessandro Paternesi. I cinque musicisti propongono una serie di loro composizioni scritte sull’onda del rischio, come se fossero in un viaggio in mare aperto fatto con il gusto per il gioco e l’imprevisto, e altri brani originali. Damiani ha sonato nel mondo e con tante star, da Pat Metheny a Kenny Wheeler, Albert Mangelsdorff, Billy Higgins, Charlie Mariano, Antony Braxton, Cecil Taylor, Gianluigi Trovesi, Trilok Gurtu, Miroslav Vitous, Barre Phillips, Tony Oxley, John Surman, Enrico Rava, Giorgio Gaslini.

Eventuali aggiornamenti: o su ilmessaggero.it o sui siti dalle Casa del Jazz e del Parco della musica.

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