Rutelli: «Un'unica banca dati, così possiamo salvare il patrimonio culturale a rischio»

Statua distrutta a Palmira restaurata in Italia
di Alessandra Spinelli
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Giovedì 18 Maggio 2017, 20:14 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 20:39
Un unico codice di catalogazione, un’unica banca dati, un unico metodo di lavoro per la documentazione e la ricostruzione del patrimonio culturale mondiale a rischio. Un vero appello al mondo che partirà da Roma dalla Conferenza Internazionale “Documenting our Heritage at Risk”, che l’Associazione Incontro di Civiltà, presieduta da Francesco Rutelli, assieme alI’Iccrom (Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali) hanno organizzato per venerdì 19 e sabato 20 maggio a Roma e Palazzo Poli grazie al contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e del suo Presidente, Emmanuele F. M. Emanuele, e a quello di Fouad Alghanim & Sons Group of Companies.

Una conferenza di altissimo livello sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica e con il patrocinio dell’Unesco. Una delegazione dei partecipanti - tra cui figurano personalità del calibro di Mounir Bouchenaki (Special Advisor Unesco per il patrimonio culturale), Chance Coughenour (Program Manager per l’ambito Preservation di Google Arts & Cultur) e il Direttore del Dipartimento di Architettura dell’Istituto Archeologico Germanico, Ulrike Wulf-Rheidt - saranno ricevuti dal presidente Mattarella al Quirinale e dal premier Gentiloni a Palazzo Chigi. 

«Senza una documentazione condivisa è molto difficile se non impossibile un’azione efficace per salvare il patrimonio culturale dell’umanità - sottolinea Francesco Rutelli, che ha fatto della salvaguardia, del recupero e della ricostruzioni dei siti storici la sua battaglia internazionale - Quello che proponiamo è invece un codice unico prima per censire tutte le aree a rischio. Intendo zone di conflitto come la Siria, zone di disastri ambientali come quelle colpite dal terremoto anche in Italia, zone dove più forte e preoccupante è l’effetto del cambiamento climatico e penso ad esempio alle vestigia romane sulle coste libiche ma ovviamente anche a Venezia. A questo punto ci vorrà una regia unitaria per intervenire alla mappatura e alla costituzione di un’unica banca dati. Tappa successiva: la ricostruzione dei monumenti o delle opere d’arte sfregiate e lo sviluppo dei siti. E l’Italia ha dimostrato più volte sia di avere una diplomazia culturale di primo livello sia un know how tecnico assoluta». L’ultima prova? Il restauro delle due statue, salvate attraverso un corridoio culturale dalla distruzione di Palmira, e restaurate dall’Istituto centrale di restauro. 

Tre saranno le sessioni in cui si dividerà il confronto a Palazzo Poli, che vedrà alternarsi 27 partecipanti al dibattito, tra i quali i promotori dell’iniziativa: Francesco Rutelli, presidente di Incontro di Civiltà, e Stefano De Caro, direttore Generale di Iccrom. Dopo di loro parlerà il presidente della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, Emmanuele F.M. Emanuele, il vicedirettore Generale per la Cultura di Unesco, Francesco Bandarin, il direttore della spedizione archeologica ad Ebla, Paolo Matthiae. Concluderà il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. 
Il vicesindaco di Roma ed Assessore alla crescita culturale, Luca Bergamo, terrà un discorso venerdì pomeriggio mentre sabato 20 i lavori saranno introdotti da Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano e la Tavola Rotonda sarà moderata da Tullio Scovazzi, Docente di Diritto Internazionale presso l’Università di Milano-Bicocca.
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