Vaticano, Zuppi: "Multilateralismo unica via, siamo tutti sulla stessa barca"

EMBED

Rafforzare la via del "Soft power", ossia la capacità di esercitare influenza attraverso la politica, affinché il confronto tra le parti non sia interamente soppiantato dall'hard power, il potere dettato dalla forza. Questo il messaggio del cardinal Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e Inviato Speciale di Papa Francesco, alla vigilia della Quarta Conferenza del Soft Power Club, l'associazione internazionale fondata da Francesco Rutelli che tornerà a riunirsi lunedi 28 e martedi 29 agosto, a Venezia. I lavori della Conferenza saranno aperti da un messaggio dal saluto del Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana e vedranno la partecipazione e gli interventi di rilevanti personalità italiane ed internazionali. Oltre al presidente della Cei, alla rassegna prenderanno parte (in collegamento o in presenza) anche, tra gli altri, il commissario Ue agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni, e poi i ministri Gennaro Sangiuliano e Gilberto Pichetto Fratin, oltre a Luca Ferrari (inviato personale del Presidente del Consiglio per i Vertici G7 e G20), Federico Mollicone (presidente della commissione Cultura della Camera) e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. 

«Il Soft Power, il potere della persuasione, oggi è più importante che mai, nel mondo che cambia ed è attraversato da crisi drammatiche - sottolinea Francesco Rutelli, presidente del Soft  Power Club - La Storia insegna che il Soft Power non può sostituire l'Hard  Power, il potere militare ed economico, ma insegna anche che nessun potere può sopravvivere a lungo senza consenso». «Credo che ci sia una parola chiave nella vostra riflessione che è il multilateralismo - - osserva invece nel suo messaggio  il cardinal Zuppi -  Siamo molto orfani di questo, ed è indispensabile perché è l’unica via per tradurre la faticosa consapevolezza che “siamo tutti sulla stessa barca”, quella grande visione di Papa Francesco della “Fratelli tutti”, tradurla anche in luoghi dove comprendere, discutere, esaminare e, perché no, anche decidere, trovare le regole di questo multilateralismo che è in realtà molto in difficoltà»