Mostra di Venezia 2023, i film stranieri: tra i favoriti Maestro di Cooper e Bastarden di Arcel

Il cinema di genere ora non ha paura

Mostra di Venezia 2023, i film stranieri: tra i favoriti Maestro di Cooper e Bastarden di Arcel
di Francesco Alò
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Agosto 2023, 11:27

Adolescenti con superpoteri, transfobia, l’horror come metafora per accalappiare l’attenzione dello spettatore e poi Storia con la s maiuscola. Oltre ai nostri 6 campioni, in Concorso c’è il Mondo e la situazione è complessa. Intanto vige il consueto trionfo del cinema di genere come ormai da anni in una Mostra che premiò con coraggio La forma dell’acqua (2017) di Guillermo del Toro e Joker (2019) di Todd Phillips. David Fincher, che a Venezia arrivò in una turbolenta proiezione di mezzanotte con Fight Club nel 1999 (oggi sarebbe sicuramente in Concorso), porterà il thriller tratto dalla graphic novel The Killer mentre il veterano Luc Besson, detestato in passato nei circoli del cinema d’autore, arriva con l’action movie Dogman che dovrebbe confermare il talento di Caleb Landry Jones (già vincitore di Miglior Attore a Cannes 2021 e strepitoso in piccole parti nei film Oscar Scappa- Get Out e Tre manifesti a Ebbing, Missouri).

Festival Venezia 2023, Enrico Vanzina: «Un set unico e la magia del cinema più bello»


I temi


L’horror la fa da padrone sia in chiave intellettuale in The Beast di Bertrand Bonello (anche la tanto evocata l’intelligenza artificiale coinvolta nel plot) che come metafora politica grazie a El Conde di Pablo Larraín dove dovremmo incontrare un Augusto Pinochet addirittura vampiro dopo essere stato il sanguinario dittatore in Cile dal 1973 al 1990. E se c’è Dracula non può certo mancare Frankenstein visto che Poor Things di Yorgos Lanthimos tirerà in ballo una creatura femminea che si ribellerà al suo demiurgo. In un momento ancora favorevole per il movimento MeToo, la pellicola con Emma Stone potrebbe piacere non poco alla Giuria presieduta da Damien Chazelle e non dobbiamo dimenticare che Lanthimos & Stone ci hanno regalato anni fa il sopraffino La favorita (2018) sui pericoli dello scadimento dell’élite politica.
E per quanto riguarda i superpoteri in mano a giovani, cliché sempre al centro di film Marvel & Dc Comics, occhio a Holly di Fien Troch, regista vincitore a Orizzonti nel 2016, perché sulla carta il suo film sembra bizzarro e promettente.

La provocazione sarà rappresentata, ci scommettiamo, anche quest’anno dal Michel Franco del misteriosissimo Memory con Jessica Chastain, realizzato dal cineasta messicano vincitore del Gran Premio della Giuria in Laguna nel 2020. Vediamo che tema sceglierà dopo le recenti distopie sui conflitti di classe o l’allevamento intensivo di suini. La delicatezza dovrebbe portare il nome anche questa volta di Ryusuke Hamaguchi, raffinato cantore di struggimenti sentimentali pluripremiato, anche con Oscar, per il meraviglioso Drive My Car (2021). Il direttore Barbera ha parlato di “amore a prima vista” per Evil Does Not Exist, la nuova opera del giovane fuoriclasse giapponese.


I biografici


Chi cercherà del classico biografismo dovrebbe trovarlo in Ferrari di Michael Mann (10 anni per realizzarlo da parte del regista di Heat e Collateral) in cui Adam Driver sarà ancora una volta un personaggio illustre italiano dopo il Maurizio Gucci del non riuscito House of Gucci (2021) di Ridley Scott. Speriamo vada meglio con Enzo Ferrari, alle prese con una scuderia in declino, l’incidente storico alla Mille Miglia del 12 maggio 1957 e il rapporto burrascoso con sua moglie Laura interpretata da Penélope Cruz. Sembra uno dei favoriti a qualche premio grosso così come Maestro di Bradley Cooper, altro biografico in costume sul mito del ‘900, dove la star hollywoodiana diventata bravo regista con A Star is Born nel 2018, impersonerà il più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi.
Come per quanto riguarda Ferrari di Mann, anche in questo caso ci sarà ampio spazio per rappresentazioni pubbliche e drammi privati nella messa in scena della vita di Bernstein. L’ultima celebrità svelata ai nostri occhi sarà in Priscilla di Sofia Coppola: la consorte di Elvis Presley, rappresentata come una bella statuina in Elvis (2022) di Luhrmann. Speriamo che Coppola, vincitrice di un famigerato Leone d’Oro con Somewhere (2010) quando il Presidente di Giuria era l’ex fidanzato Quentin Tarantino, trovi un taglio convincente che faccia uscire la sua eroina dall’ombra dell’ex marito. Una linea interessante, in chiave geografica, sarà la presenza della Polonia come nazione europea severa per non dire spietata. In Green Border di Agnieszka Holland dei profughi provenienti dalla Bielorussia troveranno diffidenze e razzismo ad accoglierli poco oltre il confine polacco mentre in Woman Of di Malgorzata Szumowska e Michał Englert scopriamo che in fatto di transfobia dalle parti di Varsavia non scherzano, visto che la vita di una transessuale viene resa impossibile da svariati problemi burocratici.

Venezia, festival del cinema: il programma. Dalle feste di Armani, Ciak e Vanity Fair alla storica riapertura dell'Hotel Des Bains


La zona premi 


Vera trans protagonista (Małgorzata Hajewska-Krzysztofik) e attenzione alla zona premi. A pelle potrebbe infiammare i giurati anche il danese Bastarden di Nikolaj Arcel sulle vicissitudini di un soldato nella Danimarca del 1755 quando vorrebbe coltivare un pezzo di terra donatagli dal Re. È stato selezionato anche per il Festival di Toronto e Mads Mikkelsen come protagonista è garanzia di qualità. Di Hors-Saison di Stephan Brizé e Die Theorie Von Allem di Timm Kröger sappiamo che il film francese vede la nostra Alba Rohrwacher coprotagonista con Guillame Canet di un dramma dove una coppia che si frequenta di nuovo dopo 15 anni di separazione. Il film di Timm Kröger pare essere un incubo gotico con toni da melodramma metafisico nel mondo degli scienziati del 1962. Aria di Oppenheimer? E a proposito del film di Nolan che sta andando benissimo nelle nostre sale, Origin di Ava DuVernay sembra citarlo perché anch’esso, come il biopic di Nolan, è tratto da un celebre saggio non-fiction sul razzismo in Usa intitolato Caste: The Origins of Our Discontents (2020, inedito in Italia). E con questa ultima opera anche la cultura black è rappresentata in un Concorso di grande varietà e speriamo stimoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA