Giubileo, le cento porte della salvezza

Giubileo, le cento porte della salvezza
di Marco Barbieri
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Dicembre 2015, 10:17

La prima Porta Santa, se vogliamo, esisteva già prima del primo Giubileo. È quella che venne aperta nella Basilica di Santa Maria Collemaggio, a L’Aquila, il 28 agosto 1295: ovvero, cinque anni prima che papa Bonifacio VIII indicesse, nel 1300, il primo Anno Santo.


Non è un azzardo vedere un anticipo di Giubileo nella festa del Perdono (che con un medievalismo dannunziano oggi si ama chiamare Perdonanza celestiniana, evocatrice suggestiva dell’Anno Santo straordinario della Misericordia) proclamata dal predecessore di Bonifacio, quel Celestino V primo pontefice dimissionario, con una Bolla emessa il 29 agosto 1294, a valere per l’anno successivo alla sua elezione a papa della Chiesa cattolica.

In anni in cui le indulgenze erano anche oggetto di commercio, l’iniziativa di Celestino V fu sorprendente: l’indulgenza plenaria veniva concessa, annualmente, a tutti coloro che assolvessero due semplici e gratuite condizioni: fossero «veramente pentiti e confessati» e varcassero le porte della Basilica di Collemaggio nelle ventiquattro ore tra i vespri del 28 agosto e i vespri del 29 agosto. Un dettaglio: quella Basilica a Collemaggio venne costruita “su richiesta” della Vergine Maria, incontrata in sogno dall’eremita Pietro da Morrone, lo stesso eremita che pochi anni dopo venne scelto per salire al soglio pontificio con il nome di Celestino V.

Nessuno stupore, insomma, che di porta santa si debba parlare al plurale. E non si tratta nemmeno di una prerogativa di questo Giubileo Straordinario proclamato da papa Francesco, con uno stile da federalismo ecclesiale. A consultare il sito ufficiale vaticano si trovano un centinaio di chiese nel mondo in cui saranno aperte altrettante Porte Sante. Peraltro la prima ad essere stata aperta non è stata nemmeno quella della Basilica di San Pietro a Roma – ed è stata un’eccezione assoluta alla regola degli Anni Santi – bensì quella della Cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, domenica 29 novembre.

Nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, il Papa ha scritto che dopo l’apertura della Porta Santa in San Pietro, l’8 dicembre (di Bangui non si parla nella Bolla: la vita ha sorpreso il rito), dalla domenica successiva, il 13 dicembre, si aprirà la Porta Santa «nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si aprirà la Porta Santa nelle altre basiliche papali. Nella stessa domenica stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale (…) oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia».

Si aggiunge poi che potrà essere aperta anche «nei Santuari, mete di pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione». Quante saranno le porte sante aperte nel mondo? L’elenco sarà sempre incompleto. Comprende quello delle chiese nei Paesi in guerra, a Gaza o Aleppo, così come tra le macerie di Mosul (nel campo di Erbil la Porta Santa sarà una tenda). Ma comprende anche quelle in Australia o in Nord America. E in Italia quelle storiche di Orvieto e Atri e quelle in quasi tutte le Regioni (nove porte sante in altrettante chiese solo in Sardegna).

Per celebrare l’Anno Santo, e per ottenere l’indulgenza plenaria, non sarà quindi necessario affrontare il pellegrinaggio verso Roma. Basterà varcare una delle tante porte sante aperte nelle chiese di tutto il mondo. Tuttavia a Roma, unica città della Cristianità, saranno aperte più di una porta santa. Oltre a quella nella Basilica di San Pietro e quella in San Giovanni in Laterano, la Porta Santa, come da tradizione, sarà aperta nelle altre due basiliche papali maggiori: Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura.

Quest’anno una porta della Misericordia sarà aperta anche nel Santuario del Divino Amore e una Porta Santa della Carità sarà persino aperta in un luogo laicale: l’Ostello della Caritas alla Stazione Termini, in via Marsala. L’indulgenza plenaria in questo caso riguarderà i volontari che varcheranno la porta per dare il loro servizio misericordioso ai bisognosi.

La tradizione introdotta da San Filippo Neri vuole che il pellegrino giunto a Roma, non si limiti alla visita delle quattro Basiliche papali, ma estenda le sue tappe ad altre tre chiese – per fare il cosiddetto “giro delle sette chiese” – che sono Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo fuori le mura e San Sebastiano fuori le mura. Anche se in queste tre chiese non ci sono le canoniche porte sante giubilari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA