Il blitz di Bergoglio a Greccio per difendere il presepe da chi lo vuole cancellare

di franca giansoldati
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Martedì 5 Gennaio 2016, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 12:26
La visita papale (purtroppo) è passata in cavalleria, pressoché ignorata dai più. Peccato, perché il blitz di Bergoglio a Greccio, con una visita a sorpresa sul luogo in cui San Francesco allestì per la prima volta il presepe, nel lontano 1223, va letta come una difesa a oltranza del simbolo per eccellenza del Natale, l'allestimento della nascita di Gesù, con il bue l'asinello a scaldare la grotta, la Madonna china sul suo piccolo, san Giuseppe, i pastori adoranti, gli angeli e i tre re magi a cavallo che seguono da lontano la stella cometa sino a giungere al Re dei Re, il Salvatore. Tutto come da tradizione ovviamente. Con i Re Magi di sesso maschile e non femminile come ha deciso il sindaco di Madrid per rispettare il politicamente corretto, il main-stream e per mettere a tacere le proteste ultrà. Il Papa, in silenzio, avvertendo prima solo il vescovo della zona, è uscito dal Vaticano sulla sua Ford Focus, scortato a distanza per non dare nell'occhio, ed è andato dritto alle origini dell'allestimento natalizio per eccellenza. A Greccio si è inginocchiato ai piedi dell'altare di pietra, ha osservato in silenzio quel luogo spartano e mistico, ha scambiato quattro chiacchiere dei ragazzi e poi è ripartito per Roma. Nessuna predica, nessuna frase ad effetto. Eppure quel blitz allusivo è destinato a fare riflettere. Il presepe come lo ha voluto il Santo che parlava agli animali va preservato e tutelato. E pazienza se tanti sindaci e tanti presidi storceranno il naso, magari dopo avere sollevato un putiferio per avere cancellato l'allestimento della natività nelle scuole per rispettare i bambini di altre fedi. Si rallegreranno, invece, quelli della Lega che per difendere il presepe hanno persino chiesto in Senato, attraverso un disegno di legge, l'obiezione di coscienza per coloro che non riconoscono le festività cristiane, in modo da provocare i dipendenti della scuola a rinunciare di conseguenza anche al periodo di festività legate al Natale. Nei giorni scorsi, contro gli eccessi del politicamente corretto in chiave anti presepe, aveva tuonato il segretario della Cei, Nunzio Galantino, il quale aveva definito «pretestuosa» e «tristemente ideologica» la scelta di chi dice di volere rispettare gli altri cancellando, o camuffando, il Natale, «scadendo nel ridicolo». Scherza coi fanti...
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