Luglio 2022, primo accordo sull'export di grano ma poi i russi bombardano Odessa
Il 5 luglio il presidente Zelensky traccia per la prima volta un bilancio dell’entità dei danni provocati dalla guerra, parlando di circa 750 miliardi di dollari necessari per la ricostruzione del Paese. A metà del mese, si diffondono anche le prime notizie circa l'impatto ambientale della guerra.
Il 22 luglio Russia e Ucraina, con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite, concludono un accordo per sbloccare le forniture di grano bloccate nei porti ucraini del Mar Nero: le due nazioni belligeranti pongono dunque fine a una situazione di stallo, che minacciava la sicurezza alimentare globale.
L'accordo viene parzialmente vanificato il giorno seguente, a causa del bombardamento russo del porto di Odessa, uno dei tre scali cruciali per l'export di grano: i russi rivendicano l'attacco solo due giorni dopo, il 25 luglio. L'episodio attira aspre critiche da parte della comunità internazionale sulla condotta bellica del Cremlino e sulla mancanza di rispetto degli accordi.
Continua poi il braccio di ferro delle sanzioni tra Ue e Russia. La prima vara i primi piani per contrastare i rincari energetici. Il 25 luglio il colosso energetico russo Gazprom annuncia la chiusura provvisoria del gasdotto Nord Stream - ufficialmente per «ragioni di manutenzione» - e un'ulteriore riduzione delle forniture di gas all'Europa (al momento della decisione il gasdotto operava già al 40% delle proprie capacità di trasporto).
Il 29 luglio un attacco missilistico colpisce una prigione nella città orientale di Olenivka, controllata dalla Russia, dove erano detenuti i soldati ucraini catturati a Mariupol, uccidendo almeno 53 persone. Le due nazioni belligeranti si scambiano a vicenda la colpa dell'attacco.