Il bivio delle Comunali: la doppia sfida di Salvini, le ambizioni di FdI, i nodi dell'alleanza Pd-M5S

Domenica 5 Giugno 2022, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 09:29

Giorgia Meloni

La possibile consacrazione verso l’ascesa a palazzo Chigi

Queste comunali sono per lei ciò che sono state le ultime europee per Salvini. Devono consacrare le nozze tra l’Italia e il nuovo astro della politica. Naturalmente, vedi appunto Salvini ma anche il caso Renzi, si possono stravincere elezioni non politiche e poi dilapidare il successo al momento buono. E comunque: per Giorgia la partita è diventare, non più nei sondaggi ma nei voti reali, il primo partito della coalizione, prenotare la premiership e confermare, con la scorta dei consensi, che la linea dell’«opposizione patriottica», dell’atlantismo e della coerenza nel rifiutare ogni accordo di Palazzo, è quella giusta per diventare la prima donna capo del governo italiano. Per fare questo, serve che Fdi vinca a L’Aquila con il suo candidato sindaco (guarda caso è in questa città che Giorgia conclude la sua campagna elettorale), che superi e bene la Lega a Palermo (conquistando per Musumeci la candidatura a governatore bis che Salvini e Berlusconi non vogliono), che a Catanzaro contro i forzaleghisti la spunti la sua candidata e via dicendo. Spetta alla Meloni insomma trainare se stessa e la sua coalizione. Se non ce la fa, significa che i sondaggi di gradimento personale e di partito fanno acqua e che, dal 13 giugno, la mattanza nel centrodestra sarà ancora più terribile di quella vista finora e che tutti quelli che si stanno riciclando (vedi la Rai) in direzione Giorgia dovranno pensarci un po’ meglio.

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