Cinecittà choc, violentata appena uscita dall’ospedale. «Vieni con me, ti porto dal tuo fidanzato»​

Lo stupro il 23 agosto in piazza dei Consoli. La vittima spinta contro un muro e picchiata

Cinecittà choc, violentata appena uscita dall’ospedale. «Vieni con me, ti porto dal tuo fidanzato»
di Michela Allegri e Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Settembre 2023, 23:46 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 11:47

L’ha aspettata fuori dall’ospedale, dove lei era stata ricoverata dopo una brutta caduta. «Vieni, andiamo al cinema, ci sta aspettando anche il tuo fidanzato», le ha detto. E lei si è fidata: ha seguito quel giovane che aveva conosciuto da poco e che aveva trascorso la mattinata insieme a lei, al compagno e a un amico. Invece, lui ha abusato di lei: alle nove di sera l’ha trascinata in un angolo appartato di piazza dei Consoli, zona Cinecittà, l’ha spinta contro una recinzione e poi l’ha buttata a terra. L’ha picchiata e l’ha violentata. Lei è riuscita a sottrarsi a quella morsa e a scappare. Ha corso a perdifiato fino a raggiungere un negozio ancora aperto. Ha chiesto aiuto e il titolare ha chiamato i carabinieri. La giovane è stata portata di nuovo in ospedale, dove i medici hanno riscontrato escoriazioni e lesioni compatibili con una violenza sessuale. Il suo aggressore, invece, si è dileguato. I fatti sono del 23 agosto, ma due giorni fa l’uomo, 33 anni, egiziano, è stato fermato dai carabinieri di Cinecittà, coordinati dal pubblico ministero Maria Gabriella Fazi. Ora Mohamed M. si trova nel carcere di Regina Coeli.

Spinaceto, spari nella notte: gambizzato un pregiudicato: l'uomo ferito alla gamba destra

LA TESTIMONIANZA

Fondamentale per individuarlo la testimonianza della vittima e di alcuni senzatetto. «Non ricordo il suo nome, so solo che si fa chiamare Mimmo e abita al viadotto dell’Inferno», ha detto la giovane. È così che i residenti hanno ribattezzato il sottopasso che si trova sulla Tuscolana e che è stato trasformato in una favela, tra sporcizia, degrado e sbandati accampati tra cartoni e rifiuti.

La vittima non conosceva bene Mohamed, lo aveva visto solamente quel giorno quando aveva trascorso con lei, il compagno e un amico la mattinata. Avevano bevuto insieme e ad un certo punto lei, in zona Porta Furba, aveva perso l’equilibrio ed era caduta. Si era fatta male a una caviglia e i tre avevano deciso di portarla all’ospedale San Giovanni. Quando era uscita dal pronto soccorso, aveva trovato ad aspettarla proprio quel giovane. Lui le aveva detto che l’avrebbe accompagnata dal compagno, che aveva dato a lui l’incarico di andarla a prendere in ospedale. E lei si era fidata e lo aveva seguito. Avevano trascorso insieme qualche ora, ma lui non si decideva a raggiungere il fidanzato della vittima e gli altri amici che, a suo dire, li stavano aspettando fuori da un cinema. La trentunenne aveva iniziato a insospettirsi e a cercare l’occasione buona per allontanarsi. Ma non ha fatto in tempo. Solo in quel momento, quando l’egiziano ha iniziato a diventare sempre più aggressivo e minaccioso, ha capito che quella di farle compagnia dopo l’uscita dal pronto soccorso era solo una scusa: l’ha trascinata contro un muretto nel giardino della piazza e l’ha brutalmente molestata, picchiandola, spintonandola, buttandola anche in terra, abusando di lei. Quando è riuscita a fuggire e a chiedere aiuto, l’aggressore si è dileguato. Soccorsa dai carabinieri e dai medici, la vittima era confusa: ancora sotto choc, non riusciva a descrivere con chiarezza quello che era successo. Il giorno dopo, invece, è stata in grado di recuperare lucidità e di mettere in fila i pensieri e le parole. Ha detto agli investigatori il soprannome dell’aggressore e anche il suo luogo di residenza temporanea.

IL SOTTOPASSO

Quando i carabinieri sono andati al sottopasso, non lo hanno trovato. Ma hanno ascoltato diversi clochard e sono riusciti a individuarlo e a recuperare una sua fotografia: la vittima lo ha subito riconosciuto. Il trentatreenne, con precedenti per lesioni, resistenza e minacce, è stato rintracciato due giorni fa: è stato fermato e ammanettato mentre si trovava nel Parco di Tor Fiscale, vicino all’Acquedotto Felice. Ora dovrà rispondere di violenza sessuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA