Roma, Emmanuele Catananzi falciato e ucciso dal Suv: alla guida un 18enne senza patente (ora indagato per omicidio)

Dopo l'incidente a Tor Bella Monaca la mamma aveva detto di essere lei alla guida: i pm non le hanno creduto

Roma, Emmanuele Catananzi falciato e ucciso dal Suv: alla guida un 18enne senza patente (ora indagato per omicidio)
di Flaminia Savelli
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 17:31

C'è più di un sospetto che alla guida del suv che ha travolto e ucciso Emmanuele Cleber Catananzi ci fosse il figlio 18enne della donna che si è assunta la responsabilità. Ecco perché la procura di Roma da ieri ha iscritto nel registro degli indagati anche il giovane con l'accusa di omicidio stradale. La dinamica dello schianto in cui il 29enne di origini brasiliane è rimasto ucciso è ancora da chiarire. La vittima il pomeriggio del 9 febbraio stava camminando nella zona pedonale di via dell'Archeologia, a Tor Bella Monaca, quando la Bmw X4 nera è uscita fuori strada travolgendolo. Dalla macchina sono poi usciti, illesi, madre e figlio. La donna subito ascoltata dagli agenti del gruppo Torri, incaricati dei rilievi, si è assunta la responsabilità dell'incidente.
TESTIMONIANZE FRAGILI
La donna ai vigili urbani avrebbe inoltre spiegato di aver eseguito una brusca manovra «per evitare una macchina che si stava immettendo sulla strada». Le indagini hanno poi accertato che in realtà, al momento dell'impatto, l'unica auto sulla carreggiata era la BmwX4. Durante gli accertamenti sono poi emerse ulteriori discrepanze nel racconto della donna su cui ora la Procura ha deciso di indagare a fondo. Alcuni testimoni avrebbero infatti riferito di aver visto alla guida del bolide il 18enne che ha invece riferito di aver occupato il posto del passeggero. Nel corso delle indagini sono emersi ulteriori elementi su cui gli investigatori stanno eseguendo accertamenti. Intanto il ragazzo, che non avrebbe comunque potuto guidare l'auto di grossa cilindrata, non ha ancora conseguito la patente.

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A inchiodarlo quel pomeriggio, ci sarebbe anche più di un testimone. Con i residenti del quartiere che hanno riferito: «Quella macchina non era passata inosservata, chi era al volante correva e faceva manovre azzardate». Quindi i poliziotti hanno concentrato gli accertamenti proprio sulla macchina che è risultata essere stata noleggiata. Si stringe ora il cerchio delle indagini intorno al ragazzo e alla madre. Mentre la famiglia della vittima sta aspettando i permessi per poter trasferire la salma in Calabria, dove verranno celebrati i funerali. Catananzi, adottato in Brasile nel 1996 insieme alla sorella Debora, si era trasferito da pochi mesi nella Capitale: «Volevamo
tutti e due vivere e lavorare a Roma» ha spiegato Debora che non si rassegna alla perdita del fratello: «Quel pomeriggio stava andando a piedi nella pizzeria dove era in prova come cameriere».
 

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