Buche, buche, buche: altro che Marshall

di Mauro Evangelisti
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Sabato 2 Giugno 2018, 00:05
“Un piano Marshall per le buche a Roma”. Un piano Marshall. Per le buche
@robtallei


Marshall, una buca! Marshall, un’altra! Marshall, un dosso. Domanda: ma che fine ha fatto il piano per eliminare le buche dalle strade a Roma? Presentato con il solito entusiasmo sui social network dall’amministrazione, venduta come una imponente offensiva per riparare le strade devastate dall’incuria e del cattivo tempo, era stato ribattezzato dai creativi del Campidoglio «piano Marshall». Detto che il piano Marshall, quello vero, c’entra poco, l’importante era alimentare le speranze, rilanciare la scommessa, illudere che qualcosa potesse davvero cambiare. Anche dimenticando la domenica più folle di Roma con il Giro d’Italia «congelato», la vita quotidiana dei romani ha trasformato Marshall in una imprecazione da pronunciare, con fulmini e saette che escono dalla bocca come nei fumetti, ogni qual volta si becca sullo scooter o anche in macchina l’ennesima buca. Casi di vita vissuta: via Cassia tra corso Francia e l’ospedale Villa San Pietro. Non è proprio una stradina secondaria, vuoi che qui l’invincibile piano Marshallnon sia arrivato? Vai con lo scooter, prendi la prima buca, e pensi «vabbè, una sarà scappata a Marshall»; avanzi di cinque metri nuovo sussulto, altra buca, rischi di cadere, provi a spostarti a sinistra, ed ecco il cratere, avanti così, fino a quando Marshall si trasforma in una imprecazione. E ti viene da pensare: servirebbero meno post sfavillanti, meno creativi in Campidoglio, ma qualche cantiere in più. Marshall!
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