Un colpo di tosse e il soccorso non è pronto

di Marco Pasqua
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Lunedì 15 Settembre 2014, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 10:35
Sono in guardia medica

perch ho la febbre e sono

su Twitter perch finalmente

ho un po' di tempo libero.


@marcoolizzato





Di tosse «non si muore», direbbe ogni buona nonna al nipote alle prese con quel guaribilissimo malanno. Può capitare, però, nel cuore di una notte settembrina, che la tosse, presumibilmente divenuta bronchite, raggiunga livelli di molestia da parere medico. Scartata l’ipotesi del pronto soccorso (per urgenze vere), al romano tossente resta quella dei cosiddetti «ambulatori di continuità assistenziale». Come quello del Nuovo Regina Margherita, aperto h 24 e che dovrebbe trattare, secondo quanto riporta il suo sito, «urgenze non differibili come febbre, faringiti, otalgie, ecc.». Insomma, l’anticamera del pronto soccorso.



In quella notte settembrina, così, il paziente decide di rivolgersi alla storica struttura trasteverina. Si trova davanti ad una porta a vetri, luci spente. Citofona. Qualche minuto, si accende la luce, appaiono due infermieri. Occhi semi-chiusi, come stessero dormendo. Si illustra il problema, tossendo. L’infermiere va a bussare ad una porta: ne esce una dottoressa, senza camice. Lo indossa, anche lei occhi semi-chiusi. Il paziente illustra nuovamente il problema. La dottoressa esclama, seccata: «Io cosa dovrei fare alle 2 di notte?». Le spiega (lui) che basterebbe un farmaco più potente, per dormire, e insiste per essere visitato.



Paradossi di una struttura che, pur con i necessari tagli alla Sanità, non ha rinunciato al servizio di guardia medica, utile per alleggerire i pronto soccorso. Ma chi controlla che questo alleggerimento sia sostanziale, oltre che solo su un sito internet?