Castel Fusano a rischio, pini divorati dal parassita: «Il polmone verde muore» `

Un terzo degli alberi della riserva naturale costellata da discariche e degrado è stato già aggredito dalla “cocciniglia tartaruga”

Castel Fusano a rischio, pini divorati dal parassita: «Il polmone verde muore» `
di Alessia Marani
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Domenica 8 Ottobre 2023, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 10:02

Quello che non sono riusciti a fare i piromani, lo sta facendo un nemico quasi invisibile, un parassita che si chiama "cocciniglia tartaruga" e fermarlo, a detta degli esperti, è ormai pressoché impossibile. Ha già aggredito almeno un terzo degli alberi della pineta di Castel Fusano abbandonata all'incuria e al degrado e, allo stesso modo, sta divorando le piante all'interno della tenuta presidenziale di Castel Porziano, dilagando su un territorio vastissimo, lambito dalla via Cristoforo Colombo, dalla Pontina e dall'abitato di Pratica di Mare. «Una catastrofe», dice laconico Naldo Anselmi, professore emerito alla Facoltà di Agraria della Tuscia, già membro del gruppo di lavoro degli agronomi per la tutela degli alberi del Comune di Roma.

IL MONITORAGGIO

Nessuno ha fatto ancora una conta ufficiale, non esiste un monitoraggio dettagliato nonostante il polmone verde più grande di Roma costellato di piccole e grandi discariche rischi ormai avvicinarsi alla morte nel giro al massimo di due o tre anni. Nella control room antincendio acquartierata nella sede distaccata dell'Ufficio giardini di Martin Pescatore, sul litorale, agli addetti del Dipartimento Ambiente non rimane altro che guardare inermi (o quasi) i monitor che attraverso le telecamere poste sulle torri di osservazione inquadrano il disastro ambientale: una distesa di chiome ormai secche e ingrigite. «Siamo preoccupati - lancia l'sos il presidente del X Municipio Mario Falconi - perché da quello che mi riferiscono gli esperti il parassita può essere trattato solo con una iniezione di liquido albero per albero che, tuttavia, non ha neanche efficacia certa e definitiva. Il Municipio non ha risorse idonee per agire, le aree del bosco sono suddivise per competenza anche con il Comune. Il Dipartimento sta intervenendo lungo alcuni tratti di strade che lambiscono il bosco soprattutto per preservare l'incolumità degli automobilisti, ma su Castel Fusano che rientra nella Riserva Naturale Statale c'è bisogno dell'aiuto di tutti». Il professore Naldo Anselmi, all'indomani del terribile rogo che dilaniò la pineta nell'estate del 2000, partecipò al comitato che si occupò della sua rinascita. Ha bene impresse nella memoria le immagini del "Vietnam" dell'epoca. «Anche tutto il lavoro fatto per recuperarla sistemando nuove alberature andrà perso», aggiunge.

PARCO DI NINFA

«Il parassita che ha già distrutto alcune pinete in Campania è arrivato a Roma ed è una catastrofe - spiega senza mezzi termini Anselmi - il problema non riguarda solo Castel Fusano ma tutti i pini della Capitale il cui paesaggio rischia di cambiare per sempre. Penso alla via Appia o alle tante ville storiche. Non solo. Anche nel Parco di Ninfa è appena stata decretata l'emergenza con il riscontro delle prime piante malate». Debellare il parassita appare come un'impresa titanica: «Si stanno tentando cure endogene con iniezione di un prodotto su alcune piante dei viali o lato strada - aggiunge l'esperto - ma vanno ripetute con assiduità ogni anno. Appare difficile, però, per estensione e costi, potere replicare lo schema su intere pinete e boschi. Il pericolo di crolli si presenta realmente dopo due o tre anni che la pianta si è ammalata. Può anche succedere che il legno dentro resti solido ma va, appunto, valutato caso per caso». L'assessorato all'Ambiente in Campidoglio sta seguendo con attenzione il problema. Intanto sono state abbattute decine di alberi lungo quello che gli abitanti dell'Infernetto, quartiere incastonato nella Riserva, chiamano «il viale dei pini», ossia viale di Castel Porziano. Anche all'interno della tenuta presidenziale sono stati avviati i primi abbattimenti. In questo caso si sta valutando il ricorso ai fondi del Pnrr per preservare il patrimonio ambientale.
 

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