Notte di fuoco in via degli Aliscafi, a ridosso del civico 4 all’Idroscalo di Ostia dove un incendio è divampato intorno alle 3,30 tra domenica e ieri in mezzo alle baracche e alle abitazioni di fortuna venute su come funghi già dagli anni ‘60 del secolo scorso. Le fiamme sarebbero scaturite da un corto circuito. Ancora da chiarire se il rogo si sia propagato all’interno di una delle baracche, magari da una piccola stufa lasciata accesa e utilizzata per cercare di stemperare il freddo e l’umidità notturni. Oppure se sia divampato da una delle due auto parcheggiate davanti all’abitazione e andate completamente distrutte. I vigili del fuoco, intervenuti immediatamente con quattro mezzi, hanno lavorato tutta la notte per spegnere il rogo ed evitare che coinvolgesse anche le casupole vicine. A dare una mano ai pompieri ci ha pensato il vento che è ha cambiato direzione iniziando a soffiare verso il mare, salvando così le baracche vicine. Sono sei le abitazioni danneggiate e due le auto parcheggiate vicini e completamente bruciate dall’incendio.
I SOCCORSI
Vigili del fuoco, polizia locale del gruppo Decimo Mare, intervenuta con tre mezzi, e la protezione civile di Roma Capitale hanno messo in salvo una ventina di residenti, mentre in quattro sono stati trasferiti dalle ambulanze del 118 al pronto soccorso dell’ospedale Giovan Battista Grassi, a Ostia.
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STRADA CHIUSA
La polizia locale ha interdetto l’intera area ed è stata costretta a chiudere un breve tratto di strada, mentre le baracche danneggiate sono state delimitate dal nastro giallo e rosso perché a rischio crollo. Si tratta di case realizzate spontaneamente fino dagli anni ‘60, come il resto delle costruzioni all’Idroscalo, costruite in parte con assi di legno e in parte con mattoni. Un agglomerato abusivo di cinquecento alloggi, regolarmente censiti, abitati da circa duemila persone. La zona è da sempre a rischio esondazione del Tevere, ma questo non ne ha impedito il “boom abitativo spontaneo” tra gli anni ‘70 e ‘80, seguito da quello migratorio degli anni ‘90. Nel 2010 l’allora sindaco Gianni Alemanno ordinò la demolizione di trentacinque baracche, quelle - venne giustificata all’epoca la massiccia operazione di abbattimento - più vicine al Tevere e per questo più a rischio allagamento.